Addio a Boschi, avvocato e gentiluomo

Il legale, già presidente di Mediocredito e impegnato in politica, è scomparso a 73 anni. Domani mattina i funerali

Occhi profondi, sorriso dolce ma schivo, la misura era in lui naturale, segno di un profondo rispetto per gli altri e per i valori in cui credeva. Affiorano avvolti di mestizia i ricordi dei pordenonesi per l’avvocato Aldo Boschi, professionista apprezzatissimo, politico per breve tempo – quello necessario ad accorgersi che il mondo dei compromessi non gli apparteneva –, uomo che amava profondamente la sua città. L’avvocato gentiluomo, 73 anni, si è spento lunedì sera dopo un periodo di sofferenza fisica, che si è fatto più profondo con la scomparsa, un anno fa, della amata figlia Chiara.

Presidente di Mediocredito sindaco di Friuladria, fu anche candidato alla presidenza della Provincia (era il ’95 e al ballottaggio vinse Alberto Rossi). Boschi aveva il cuore alpino: sergente allievo ufficiale di complemento assegnato all’8º Reggimento Alpini, Battaglione Tolmezzo, 12ª compagnia a Moggio Udinese; sottotenente all’8º Reggimento, Battaglione Cividale, 76ª compagnia a Chiusaforte; promosso tenente al congedo, era Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Una descrizione icastica della sua figura la tratteggia l’avvocato Alberto Cassini, collega e amico. «Aldo Boschi è stato il miglior avvocato civilista della sua generazione – scandisce Cassini –, professionista di estrema integrità e rigore, di cui s’è perso lo stampo. Un uomo di ineguagliata sensibilità, dai versatili interessi culturali che spaziavano dalla letteratura all’arte. Era un cattolico liberale, che ha sempre professato la coerenza ai propri ideali nella vita. È un uomo che possiamo rimpiangere e che avrebbe potuto dare di più a questa grigia città, oggi senz’altro più povera».

A unire i due professionisti anche una breve avventura politica. «Avevamo fondato assieme 21 circoli liberal democratici e stavano costruendo una destra gollista che nulla aveva a che fare con Forza Italia. Poi con la deriva peronista a cavallo tra la prima e la seconda Repubblica siamo andati via, per non guastare la nostra vita, privata e professionale. Quando dissi di no a una candidatura al Senato lui disse no alla candidatura alla Camera – ricorda Cassini –. Ma lui avrebbe davvero potuto essere il riferimento di quel mondo liberal democratico – da ritenersi maggioritario in città –, che da tanti anni è senza rappresentanza».

L’addio all’avvocato Boschi sarà giovedì mattina, alle 9.30, nel duomo concatterdrale di San Marco. (m.mi.)

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