«Accoltellamento, dramma che si sarebbe potuto evitare»

DOLEGNA DEL COLLIO. Dolegna si interroga sul mancato Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) a Giancarlo Ciotti, il sessantenne coltivatore diretto macchiatosi, nel pomeriggio di sabato, dell’accoltellamento del 45enne consigliere comunale e vicino di casa Loris Laurencig. In paese, infatti, sono in tanti a domandarsi perché le autorità mediche non abbiano avallato nel 2016 la richiesta fatta dal sindaco Diego Bernardis di sottoporre Ciotti a questo percorso con cui si sarebbe oggi potuto evitare il dramma andato in scena in strada, nella località di Mernico.
E oggi emerge un altro particolare su quel contestato “niet”: oltre ad una richiesta di Tso, il primo cittadino dolegnese aveva chiesto in alternativa se si poteva effettuare un Aso, un Accertamento sanitario obbligatorio, qualcosa di meno invasivo rispetto al Tso, ma che potesse in qualche modo aiutare Ciotti. Ma, come per il Tso, anche per l’Aso arrivò il no dal personale medico.
A ricostruire come andarono le cose è proprio Bernardis. «Nel 2016 - rammenta - Ciotti si rese protagonista di un altro comportamento del tutto fuori dalle righe, ma ristretto al proprio ambito familiare: ci furono momenti di forte tensione con la sorella ed il cognato. Fu in quell’occasione che pensammo che potessero esserci gli estremi per un Tso, ma il medico non fu d’accordo. Optammo allora per l’ipotesi Aso ma, anche in quel caso, le autorità sanitarie ritennero come non ci fossero gli estremi. Certo, col senno di poi è facile parlare: ma i fatti ci hanno dato purtroppo ragione. Ciotti andava curato già allora, e probabilmente oggi non saremmo arrivati a questa situazione incredibile. Inutile sottolineare come la comunità tutta di Dolegna sia ancora scossa da quanto accaduto: fortunatamente Loris si sta pian piano riprendendo, che è la cosa più importante».
Ma cosa sono un Tso e un Aso? Il primo consta di procedure sanitarie normate e con specifiche tutele, che possono essere applicate in caso di motivata necessità e urgenza clinica, conseguenti al rifiuto al trattamento del soggetto che soffra di una grave patologia psichiatrica non altrimenti gestibile, e viene applicata a tutela della sua salute e di quella pubblica.
Il Tso viene disposto dal sindaco con l’avallo di due medici, di cui almeno uno appartenente alla Asl territoriale del Comune stesso e può essere eseguito sia in ambito ospedaliero che presso l’abitazione o altra sede. La procedura impone, infine, la convalida del provvedimento del sindaco da parte del giudice tutelare di competenza. Un Aso è invece di fatto una visita ad un paziente con problemi psichici critici che non accetti di sottoporsi volontariamente ad una visita medica. È necessario un certificato medico, eseguito o dal medico di famiglia o dall’Ufficio di igiene mentale, oltre che un’ordinanza del sindaco. Se l’esito dell’Aso è negativo, il paziente non mostra una necessità di ulteriore trattamento; se è positivo, sfocerà nel trattamento sanitario volontario, nel caso il paziente accetti le cure, o interlocutorio, se il medico prevede di rivisitare entro 72 ore il paziente prima di assumere una nuova decisione; se viene riscontrata una media o forte criticità, invece, si può arrivare al passaggio successivo, il Tso.
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