Abitava a Gradisca il centauro morto sul raccordo

GRADISCA. Non ce l’ha fatta Michele Leghissa, il 52enne nato a Monfalcone ma residente a Gradisca, vittima del gravissimo incidente avvenuto mercoledì mattina a Sistiana, lungo il raccordo, pochi metri dopo lo svincolo che porta alla Costiera. Il suo cuore ha lottato per 48 ore, ma ieri mattina i medici hanno diagnosticato la morte cerebrale. I familiari hanno acconsentito alla donazione degli organi. Così ieri mattina, all’ospedale di Cattinara dove l’uomo era ricoverato è iniziato il periodo di osservazione da parte di una commissione composta da tre medici: Fabrizio Monti, Fulvio Costantinides e Marco Piva. Osservazione che si è conclude nel tardo pomeriggio e nel corso della notte l’equipe medica ha provveduto ad espiantare cuore, fegato, reni e, forse, anche il pancreas, organi che saranno donati a pazienti in trepidante lista di attesa.
Le condizioni di Leghissa sono apparse subito disperate nonostante il prodigarsi dei medici. Devastante è risultato il trauma cranico riportate nell’impatto con l’asfalto dopo l’urto con una macchina.
Michele Leghissa era nato a Monfalcone, ma per molti anni aveva vissuto ad Aurisina, dove risiede ancora la madre che fino a pochi anni fa gestiva un negozio di calzature. Era operaio alla cartiere Burgo di Duino, dove i colleghi hanno sperato fino all’ultimo che Michele potesse farcela. Da un paio di anni Leghissa aveva trasferito la sua residenza a Gradisca, in una casetta isolata in via Bidischini 59/A, in aperta campagna sulla strada provinciale che da Gradisca porta a Moraro e dove viveva da solo. A Ronchi vive invece un fratello.
Secondo la ricostruzione della Polstrada, Leghissa in sella al suo scooter Malaguti stava percorrendo il tratto autostradale verso Prosecco. Non viaggiava a velocità sostenuta quando il suo mezzo è stato urtato da un’Audi condotta da un romeno.(fra.fem.)
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