"A San Daniele non si fa ricerca": la cardiologa va in Arabia Saudita

In organico all’ospedale Sant’Antonio dal 2000, la 55enne Olga Vriz ha deciso di trasferirsi a Riyad. Il suo sfogo: «Da due anni non ci sono più le condizioni per continuare il lavoro scientifico»

SAN DANIELE. Dal prossimo 4 febbraio nello staff di cardiologia di uno dei 10 ospedali maggiori e meglio attrezzati del mondo ci sarà anche una friulana.

Olga Vriz, classe 1962, originaria di Buja e dal 2000 in organico all’ospedale di San Daniele, ha accettato di entrare a far parte del King Faisal Specialist Hospital and Research Centre di Riyad (Arabia Saudita), ospedale di riferimento per il Golfo Persico e affiliato con l’Harvard Medical School.

Una scelta coraggiosa, sofferta quella della dottoressa Vriz che ha sempre rifiutato altre offerte per poter continuare a far parte del gruppo di lavoro del Sant’Antonio, ma ora necessaria.

«Da due anni a questa parte – spiega – a San Daniele è venuta a mancare la possibilità di continuare bene in termini di clinica e non ci sono più le condizioni per continuare il lavoro scientifico, per cui ho scelto di fare una nuova esperienza».

Dopo aver conseguito la maturità scientifica, Olga Vriz si è iscritta alla Facoltà di medicina dell’università di Trieste dove si è prima laureata con 110 e lode e dove, successivamente, ha conseguito la specialità in Igiene e Medicina preventiva.

Dal 1994 al 1996 è stata all’iniversità di Ann Arbor, (Michigan, Usa) dove si è occupata di ipertensione arteriosa ed ecocardiografia. Rientrata in Italia si è specializzata in Cardiologia all’università di Padova. Dal 2000 lavora al nosocomio sandanielese: per i primi 5 anni nel reparto di emergenza e Pronto soccorso e dal 2005 in cardiologia.

Si è sempre occupata di ecocardiografia e per tale motivo ha frequentato come visiting doctor la Mayo Clinic Rochester (Minnesota), Cornell University (New York), Laval University (Quebec) e come consultant il King Faisal Hospital, Riyad, Arabia Saudita.

In questi anni a San Daniele ha implementato il laboratorio di ecocardiografia diventando referente della Società italiana di ecocardiografia (Siec) per l’insegnamento, ottenendo fondi dalla “Fondazione Friuli” per l’acquisizione di un nuovo ecografo top di gamma per garantire sempre l’alta qualità degli esami ai pazienti afferenti alla cardiologia.

Assieme al dottor Lucio Mos, si è impegnata nella ricerca scientifica collaborando con altri centri di ricerca italiani, europei e americani allo scopo di mantenere la Cardiologia di San Daniele sempre aggiornata e culturalmente attiva e pubblicando lavori scientifici su riviste internazionali utilizzati anche nella stesura delle linee guida in particolare quelle sul vaso aortico e cuore destro.

Ed è proprio grazie all’esperienza maturata nel piccolo ospedale friulano che il King Faisal Hospital le ha offerto una posizione lavorativa.

«A San Daniele stanno venendo meno le condizioni per continuare a confrontarsi con il mondo – spiega la professionista – sviluppate in questi anni attraverso contatti personali, congressi, pubblicazioni attraverso le quali si può garantire un servizio di alta qualità.

Noi non lavoriamo in un ospedale di ricerca, ma siamo in grado di analizzare il nostro lavoro clinico, come accade all’estero in ospedali non universitari e quindi migliorarlo se è necessario. Come dico sempre citando il Monzino, “Dove si fa ricerca si cura meglio”».

Dopo un periodo trascorso nel centro dell’Arabia Saudita è arrivata l’offerta.
 

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