A Salcano gli sloveni sono già nel futuro

Aldo Rupel del “Kayak club Šilec” guarda alle strutture sorte oltreconfine e rilancia la sua ricetta per Gorizia

Copiare, o quanto meno imitare, prendere spunto, non è poi una cattiva idea, quando si ha di fronte un esempio virtuoso e vincente. E questo è, sicuramente, il caso del Kajak center di Salcano, autentico polo d’attrazione per sportivi e amanti della natura e della tintarella lungo l’Isonzo appena oltreconfine.

La grande e moderna struttura che da una ventina d’anni caratterizza le sponde del fiume è formata da un locale con terrazza affacciata sulle acque smeraldo dell’Isonzo, da un vero e proprio “stadio” per il kayak (qui arrivano sportivi da tutta Europa per allenarsi o partecipare a competizioni come Europei o Mondiali giovanili), e da una sorta di spiaggetta in ghiaia e pietra dove prendere il sole, e un po’ di fresco, in pieno relax. Il tutto è completato dal parco avventura che, più di recente, è stato allestito sulla sponda opposta del fiume, una vera chicca capace di stregare grandi e piccini alla ricerca di un po’ di adrenalina.

«Parliamo di una struttura di livello europeo, di qualità e in grado di offrire tanto a sportivi, cittadini e turisti - dice Aldo Rupel, una delle anime del kayak club Šilec di Gorizia, che frequenta molto spesso il fiume e, dunque, anche il centro di Salcano -. Così c’è quasi sempre qualcuno sul fiume, che oltreconfine riescono a vivere pienamente. Altrettanto potremmo o dovremmo fare anche noi a Gorizia, visto che peraltro spesso e volentieri gli sportivi che frequentano lo stadio del kayak a Salcano poi si informano della possibilità di proseguire la gita sul fiume più a valle, in Italia». Ecco che allora se una struttura anche solo lontanamente paragonabile a quella di Salcano (ovviamente in piccolo) potrebbe fare un gran bene a Gorizia, magari proprio nella zona del parco di Piuma.

Un progetto che lo stesso Aldo Rupel ha proposto a più riprese nel recente passato, senza finora avere soddisfazione. «In corrispondenza del parco c’è già un approdo per kayak e canoe, che funziona anche se avrebbe bisogno di tanto in tanto di manutenzioni - dice Rupel -. Ciò che manca, invece, è una piccola struttura dove poter ricoverare i natanti, in modo da evitare a chi pratica sport sul fiume di doversi portare a spalla tutto il materiale fin dalla strada. Un qualcosa che inevitabilmente scoraggia i più. Abbiamo peraltro anche ipotizzato i costi, e la cifra necessaria per sistemare l’area sarebbe ben al di sotto dei centomila euro». Accanto all’approdo e al ricovero per i materiali, poi, potrebbe sorgere un chiosco, magari un piccolo locale dove gli sportivi potrebbero terminare con un ristoro le loro gite sull’Isonzo. Magari partite dalla Slovenia e concluse a Gorizia, nel pieno spirito transfrontaliero del fiume.

«Io credo che poter avere delle strutture, anche molto semplici, a servizio del fiume nella zona del parco di Piuma potrebbe far fare un salto di qualità alla possibilità di fruire e vivere l’Isonzo, che oltreconfine è cosa quotidiana e normale - dice ancora Rupel -. Una volta disponibili le strutture, sarebbe molto più facile avvicinare praticanti e coinvolgere gli amanti dello sport e della natura, che nell’Isonzo trovano un vero e proprio paradiso, uno dei fiumi più interessanti di tutta Europa. Non è un caso se mi è capitato più volte di ricevere i commenti entusiasti di giovani e studenti in visita alla città, che non credevano possibile ci fosse un fiume tanto pulito e bello dove poter praticare il kayak».

Il club Šilec di Gorizia conta al momento una ventina di soci, e ogni anno organizza assieme all’omologo di Salcano la tradizionale Regata Isontina sul fiume. Specie nella bella stagione l’associazione lavora anche con i centri estivi della città, ed è chiaro che potendo contare su un’area attrezzata e attrattiva - come detto, sullo stile di quella di Salcano - sarebbe molto più semplice far si che tanti goriziani possano scendere spesso e volentieri sulle acque smeraldo dell’Isonzo. Così il progetto da anni proposto da Rupel e dal kayak club goriziano si inserirebbe a fagiolo nell’idea di recupero, rilancio e valorizzazione del fiume ora coltivata dal Comune.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto