A piedi da Mortegliano a Castelmonte

MORTEGLIANO. Nei paesi le iniziative a volte nascono tra il generale entusiasmo e durano poco, ma a Mortegliano una resiste da 50 anni: è la marcia di 40 chilometri fino a Castelmonte la prima domenica di dicembre. Questa volta con record di partecipanti: in 83 sono partiti alle 4 di mattina per essere al santuario alla messa delle 11.30. Complice forse l’occasione del mezzo secolo, per il compaesano Agostino Vecchiutti, cofondatore e da sempre riferimento per la gita, è stata una soddisfazione. Per l’anniversario del primo mezzo secolo della bella tradizione, gli amici non hanno mancato di ringraziarlo con una targa a fine gita.
Come nasce l’iniziativa? «Tra amici davanti a un caffè al bar Acli nel 1967 – rievoca Agostino –. Eravamo in 8 compreso il cappellano don Tarcisio Mondini: con me Flavio Noro, Dino e Renato Mosanghini, Gianni Dazzan, Augusto Paroni e Aldo Rosso. L’idea era il ricordo dei pellegrinaggi che i nostri vecchi facevano al santuario, sul carro familiari e vicini fino a Carraria e poi a piedi».
A questi pionieri si sono aggiunti altri, ma non sempre numerosi. Una volta – continua Vecchiutti – eravamo solo in tre. Poi hanno dato man forte i gruppi: Renato Bulfon, cultore del ciclismo, ma all’occasione appassionato podista, ha trascinato gli sportivi. Il gruppo parrocchiale, con Paolo Del Toso.
È iniziata la collaborazione con gruppi fuori paese. Quelli di Gonars, che contribuiscono all’organizzazione ristorando con bevande calde i camminatori. Da Galleriano con Mario Grillo, da Talmassons e Nespoledo, da Campoformido».
È ancora buio quindi, quando maratoneti di tutte le età (perfino di 11 anni) si trovano al municipio. Non prenotazioni, l’organizzazione è minimale. Ad accoglierli bevande calde offerte dalla gelateria D’Ambrosio di via Udine. Quest’anno a tutti la medaglia dei 50 anni di Comune e Pro loco. Poi in marcia. Vanno per strade asfaltate, con giubbino e pila, verso Lavariano. Una sosta per una preghiera. Si arriva a Risano, Pavia di Udine, si guada il Torre (di solito in asciutta).
Con Vecchiutti che si sgola a cercare di tenerli uniti almeno fino a Buttrio. Lì i più atletici tirano la volata verso Premariacco, Cividale e poi sui tornanti. Dove – per Agostino – è meno pericoloso andare per piccoli gruppi: «Però un sentiero per i pellegrini si potrebbero anche ricavarlo».
Dopo la messa, a pranzo insieme. I più ardimentosi provano l’ebbrezza anche del ritorno a piedi; gli altri si fanno venire a prendere. Il convivio è stato occasione per consegnare appunto a Vecchiutti una targa ricordo e una poesia. Festeggiatissimo il più anziano partecipante, l’ottugenario Luigi Lucca (Vigji Luche), marciatore da una vita.
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