«A Medjugorje ho trovato la pace»

Nello Mazzer: «Mia moglie era malata, la nostra vita ora è trasformata». E ora lancia il messaggio con le vele pubblicitarie
Di Milena Bidinost

FIUME VENETO. I primi sintomi della malattia di lei, che spaventa e mette a dura prova il suo corpo. L’inizio della crisi dell’imprenditoria che preoccupa lui, titolare di azienda, e in quel momento nulla a cui aggrapparsi per evitare il buio e la disperazione. Fino a quando, tre anni dopo, un’amica non li invita a partecipare ad un pellegrinaggio a Medjugorje, il paesino della Bosnia Erzegovina dove dal 1981 dei veggenti sostengono appaia loro la Madonna, Regina della pace, e che è diventato uno dei luoghi di culto mariano a livello mondiale.

Era il 2012 e Nello Mazzer, che oggi ha 52 anni, e la moglie, Claudia, 50, residenti a San Vendemiano (in provincia di Treviso) e titolari della Dema, azienda di servizi pubblicitari con clienti anche nel Pordenonese, salirono in quel pullman organizzato dalla parrocchia di Pescincanna di Fiume Veneto. E lo fecero da cristiani “tiepidi”, con il cuore indurito dalle preoccupazioni.

Laggiù non pregarono per avere il miracolo della guarigione del corpo, ma per avere la grazia di tornare a sorridere nonostante la malattia. A Medjugorje, che appare oggi come il più grande confessionale del mondo a cielo aperto, questa grazia la ricevettero. Da allora la gioia della fede la testimoniano da cristiani appassionati: in famiglia, in azienda con i loro dipendenti e clienti e persino sulle strade del Veneto e della provincia di Pordenone dove, periodicamente, lasciano in sosta vele pubblicitarie aziendali da 3x6 metri per promuovere messaggi di pace. In particolare nella zona dell’Emisfero, a Fiume Veneto, e lungo la Pontebbana, a Fontanafredda.

Della Dema sono le vele con l’immagine di Gesù Misericordioso e della Madonna di Medjugorje, che hanno attirato l’attenzione anche dei nostri lettori e dietro alle quali c’è la storia intima di una famiglia.

«Dopo il primo viaggio – racconta Nello – siamo tornati a Medjugorje altre sette volte e grazie anche al cammino di fede intrapreso nella nostra parrocchia la nostra vita si è trasformata. Mia moglie non piange più ed è tornata a sorridere: soffre molto nel fisico, ma il cuore è sereno perché sa di essere sostenuta dalla Madonna e da Gesù. La preghiera quotidiana in famiglia e nella comunità ci insegna a non dare troppo peso a ciò che è materiale, a ciò che prima ci rendeva tristi e in conflitto anche con gli altri. Testimoniamo – prosegue – non perché ci sentiamo protagonisti, ma perché la fede ci chiama a farlo. Non è stato facile inizialmente perché molti ci giudicavano, ma per noi gioia è anche comunicare che la vera vita non è il malessere generale che viviamo in questa società, a causa della crisi economica ed occupazionale, dei conflitti armati e relazionali, ma l’amore del Padre e l’amore nostro per gli altri. Noi lo abbiamo scoperto a Medjugorje, grazie alla Madonna».

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