1914, in trincea con “èStoria” «Isonzo simbolo d’identità»

Dieci anni di èStoria, il festival che si apre ufficialmente domani, 22 maggio, coincidono con uno degli anniversari più importanti per Gorizia e per l’Isontino, il centesimo dallo scoppio della Grande Guerra e dalla partenza per il fronte dei primi goriziani e triestini chiamati alle armi nelle file dell’imperial-regio esercito austro-ungarico. Anniversario imprescindibile, quindi, per quello che era il Friuli austriaco, dal momento che il conflitto segnò, spesso anche in modo altamente drammatico, la storia delle terre orientali durante tutto il ’900. Per cui – come spiega il patron del festival, Adriano Ossola –, e seguendo l’impostazione a tema che ha caratterizzato le passate edizioni (ricordiamo, Profeti e Briganti, tanto per restare alle ultime due), èStoria 2014 non poteva che intitolarsi Trincee: per «commemorare in maniera scientificamente rigorosa uno snodo che riteniamo ancora oggi in parte irrisolto nell’identità cittadina, restituendo alla guerra carsico-isontina la rilevanza internazionale che già ebbe durante il conflitto e arricchendo questo approccio con il ricorso alla memoria letteraria, musicale, teatrale e cinematografica». Da qui un programma fitto di appuntamenti che comprendono conversazioni, lectio magistralis, escursioni con èStoriabus, concerti, letture e proiezioni di documentari, molti dei quali ancora inediti.
Trincee dunque, nome che evoca i luoghi simbolo della Grande Guerra, sintesi efficacissima della sua deriva di dolore e morte, i cui riflessi allungano la loro luce inquietante anche sull’attualità del continente europeo. Molti gli incontri che affronteranno i molteplici aspetti della primo conflitto: militari, politici, sociali e culturali. In particolare da segnalare, oggi, il The Great War Symposium, sul tema Una guerra globale. Mito e origini della Grande Guerra, in svolgimento al Kulturni Dom di via Brass, che occuperà tutta la prima giornata: introduzione di Paolo Mieli, attesi studiosi da tutto il mondo.
Quanto al riflesso sulla contemporaneità – continua Ossola –, sono numerosi gli appuntamenti dedicati, quali 1914-2014: L’imperialismo russo da Sarajevo alla Crimea. Un excursus dal 1914 all’odierna crisi ucraina, un’inedita prospettiva sulle conseguenze della politica estera russa nella storia europea e mondiale, realtori con Sean McMeekin e Vittorio Strada». O ancora l’incontro con Edward Luttwak e Ekkehart Krippendorf su Guglielmo II, «il Kaiser tedesco che più di tutti incarnò la volontà di espansionismo in Europa: un incontro in cui si rifletterà anche su luci e ombre delle politiche di potenza contemporanee. Per non dire, infine, del persistente nazionalismo serbo che allora armò la mano di Princip e oggi agita ancora le acque nei Balcani, e di cui parleranno Alma Hannig, Vera Vujcic e David James Smith». Del quale ultimo – aggiungiamo – la Libreria Editrice Goriziana ha appena pubblicato il libro Una mattina a Sarajevo: letto in anteprima e molto apprezzato da Roberto Saviano.
E comunque, a Gorizia, non sarà solo storia. Tra le iniziative collaterali, e ce ne sono parecchie, al curatore preme segnalare la Prima Borsa Europea del Turismo sulla Grande Guerra e Più Libri/Più liberi Circus, una mostra nazionale itinerante sulla produzione delle piccole case editrici, al suo debutto a Gorizia, e un dibattito sul futuro dell’editoria indipendente, «sempre più in trincea», conclude Ossola. «A Gorizia ci sarà una sorta di stati generali per un’editoria indipendente, da cui partirà un appello alle istituzioni e ai lettori quali ambasciatori e promotori di lettura».
E per domani 22 maggio, alle 2030, stasera si annuncia anche, al Santuario sloveno del Monte Santo, l’evento inteso a commemorare le drammatiche battaglie dell’Isonzo, elevate a simbolo di un conflitto mondiale che ha segnato indelebilmente anche il Goriziano. Echi del Monte Santo titola il concerto, protagonista Uto Ughi al violino, con Alessandro Specchi al pianoforte. Pagine da Beethoven a Dvorák, da Saint-Saëns a Vitali. Al termine, Ughi converserà con Armando Torno. Interverrà anche Franco Slataper, nipote di Guido (fratello del più noto Scipio) che proprio su questa vetta cadde prigioniero dell’esercito austro-ungarico durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo. Il Monte Santo è un luogo dal forte valore simbolico: qui nell’estate del 1917 Arturo Toscanini diresse una banda dell’esercito italiano per rincuorare i soldati dopo la battaglia della Bainsizza.
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