Rumori e musica, “Accendi il silenzio” detta le regole ai Comuni

Una lettera inviata alle amministrazioni locali della provincia per chiedere loro di «riconoscere l’esistenza e la gravità di un problema a lungo trascurato». Il comitato provinciale “Accendi il...

Una lettera inviata alle amministrazioni locali della provincia per chiedere loro di «riconoscere l’esistenza e la gravità di un problema a lungo trascurato». Il comitato provinciale “Accendi il silenzio”, che riunisce cittadini di Pordenone, Sacile e altre località in cui si sono create contrapposizioni per via dei decibel, tra residenti e realtà (locali pubblici, associazioni eccetera) che organizzano eventi musicali, hanno scritto per chiedere il rispetto e l’introduzione di una serie di regole del vivere civile. La prima richiesta è che «si adotti un atteggiamento di costante prevenzione, monitoraggio e controllo piuttosto che di tollerante condono, che si smetta di creare situazioni di conflitto fra residenti e fra residenti e commercianti del centro cittadino, quali inevitabilmente sono le iniziative musicali o comunque rumorose con deroghe continue allo sforamento dei decibel e degli orari». Chiedono poi che per ogni tipologia di evento siano individuate «location opportune a seconda dell’ “impatto sonoro”» e «che ogni autorizzazione in deroga sia completata con formule precise per quanto riguarda l’obbligo di rispetto e responsabilità nei confronti dei residenti sulle leggi di inquinamento acustico e immissioni sonore». Il comitato auspica poi che siano gli stessi enti che organizzano le manifestazioni a dotarsi «dei mezzi necessari alla misurazione delle emissioni sonore, atto indispensabile per qualsiasi valutazione e intervento a difesa dei cittadini vessati». I dipendenti pubblici non bastano? Si affidi l’incarico «a tecnici privati». Questo affinché «sia ancora possibile la civile convivenza, espressione di quella cultura del reciproco rispetto tanto citata e tanto poco vissuta».

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