Sanchez saluta l’Udinese dal Cile: «Runjaic è un allenatore che non mi ha capito»
Lo sfogo dell’attaccante cileno: «Ora spero di andare in un club che mi dia la possibilità di giocare con continuità»

Liberate l’armadietto del numero 7 allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium. Se la “prenotazione” era nell’aria da tempo, dopo le pungenti e ricorrenti esternazioni sui social che succedevano allo scarso utilizzo nell’ultimo mese di campionato, mercoledì 11 giugno Alexis Sanchez ha dichiarato che vuole giocare ancora ad alto livello e che non lo farà con Kosta Runjaic allenatore dell’Udinese.
È successo dopo la sconfitta del “suo” Cile contro la Bolivia, un ko per 2-0 che ha avuto il sapore dell’addio alle residue speranze di qualificazione mondiale da parte della Roja. Lì il vecchio Niño ha tuonato contro il tecnico tedesco. «Sono arrabbiato: la verità è che ho avuto a che fare con un allenatore che non mi ha capito e non ho giocato per molto tempo. Mi sento fisicamente bene, quelli che parlano di me che vadano a vedere i miei allenamenti. Sono professionale in tutti gli ambiti».
Già in altre circostanze Sanchez aveva espresso il proprio malcontento, come abbia accennato. Lo scorso maggio, poi, prima dell’ultima di campionato con la Fiorentina con un post sui canali social il cileno aveva condiviso un messaggio accompagnato dalle immagini degli allenatori della sua carriera: c’erano, tra gli altri, Francesco Guidolin, Antonio Conte, Simone Inzaghi, Diego Simeone e Arsene Wenger ma mancava proprio Runjaic.
Stavolta Sanchez è stato esplicito: «Ci sono calciatori come Modric e Ronaldo che giocano ancora a 40 anni, non mi sento da meno – ha affermato dalla Bolivia –. Da tre anni non gioco nella mia posizione. È difficile giocare da 9. Aspettare che mi arrivino palloni: è difficile. Ora spero di andare in una squadra che mi dia la possibilità di giocare e continuità. Sono professionale da quando avevo 15 anni».
Insomma, le frasi legate all’augurio di approdare in una realtà che gli garantisca continuità di impiego, fanno capire che la permanenza in Friuli è di fatto conclusa, manca soltanto l’ultimo atto con Gino Pozzo, il suo scopritore che lo scorso agosto lo riportò in Friuli. Un ritorno nel club che l’ha lanciato non è andato come tutti si auspicavano.
Sanchez ha disputato 13 partite nell’ultima Serie A, non riuscendo mai a segnare. Solo 6 poi i gettoni collezionati dall’inizio, di cui l’ultimo nel match conclusivo con la Fiorentina. Briciole. L’infortunio al polpaccio rimediato la scorsa estate l’ha tenuto fuori sino a dicembre. Quindi il rientro al termine dell’ultimo mese dell’anno (il 29) nel match ai Rizzi col Torino, per giocare forse lo spezzone più convincente l’11 gennaio contro l’Atalanta, assieme a Florian Thauvin.
Da lì in poi, tuttavia, poche tracce del vero Sanchez che non convinceva mister Kosta sul piano dell’intensità e che ha dovuto fare i conti con un altro stop per colpa di un polpaccio. E al rientro, nonostante l’assenza di Sanchez, Runjaic non gli ha mai dato un ruolo centrale.
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