Udine ritrova sulla sua strada coach Ramagli, un grande ex: «Con l’Apu servirà energia»

L’allenatore di Verona ha una storia intrecciata con il Friuli: «Sono tranti e forti i rivali, ma Hickey è uno davvero fuori categoria»

Giuseppe Pisano
Coach Alessandro Ramagli
Coach Alessandro Ramagli

Un mese e mezzo dopo, riecco la sfida fra Udine e Verona. Scherzi del calendario asimmetrico, che propone il derby triveneto alla prima giornata di ritorno dopo che è stato disputato alla 13ª d’andata. Sulla strada dell’Apu c’è nuovamente Alessandro Ramagli, timoniere della squadra bianconera nel 2019/2020.

Coach Ramagli, pensieri?

«Ci ritroviamo di fronte molto presto, adesso va di moda questo calendario. Per noi è un inizio di ritorno difficile».

All’andata non ci fu partita a favore di Udine.

«Il campionato è lungo, ci sono tante partite ravvicinate, a tutti prima o poi tocca incappare in una brutta sconfitta. A noi è successo contro l’Apu».

Rispetto a quella è un’altra Tezenis, avete cambiato un americano.

«Pullen voleva tornare in serie A, qua da noi non ha trovato la sua dimensione migliore. Copeland era chiuso a Napoli: Pullen è tornato a Napoli e Zach è venuto da noi con ruolo a lui gradito».

Anche l’Apu sta cambiando, domenica dovrebbe esordire Pullazi.

«In questo caso non abbiamo un metro di paragone, visto che per lui sarà la prima partita con Udine. È la conferma che l’Apu ha grandi ambizioni, è intervenuta subito per fare fronte all’infortunio di Giovanni Pini, mio ex giocatore a cui auguro di tornare presto in campo».

Le chiavi del match?

«Noi sappiamo tre cose importanti di Udine: ha il palasport inviolato, in casa performa molto bene, è candidata a raggiungere grandi obiettivi. Per essere all’altezza abbiamo bisogno di stare bene: se abbiamo energia siamo una squadra ostica. Purtroppo, però, nelle ultime due settimane non abbiamo goduto di buona salute, vedi l’infortunio a Gazzotti e altre problematiche».

Classico giochino pre-partita: chi toglierebbe all’Apu se potesse?

«La ragione mi porta a dire che loro hanno un roster profondo e di qualità, quindi sono in grado di sopperire a qualsiasi assenza, e questa è una carta che li può portare lontano. L’istinto invece mi porta a dire Hickey, giocatore fuori categoria».

Che ricordo ha di Udine?

«Buonissimo, purtroppo offusca da un dramma mondiale come la pandemia. A Udine ho amici dentro e fuori l’ambiente basket, sebbene il club sia cambiato molto da quando c’ero io».

Ci pensa mai a quella tripla di Karvel Anderson che fece svoltare la finale play-off 2022?

«Sinceramente no. Ho superato i 60 anni ma non guardo al passato, penso al presente e rivolgo uno sguardo al futuro».

Nell’Apu ci sono tantissimi ex di Verona, curioso vero?

«Quasi tutti! Li saluterò volentieri, così come Vertemati e i suoi assistenti. Se i miei ex giocatori sono andati a Udine significa che sono di alto livello e che sono dei vincenti. Il fatto che abbiano vinto con me a Verona mi fa ancora più piacere».

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