Sotomayor in Friuli all’UdinJump racconta Tamberi

Il primatista mondiale nell’alto, su "Gimbo": «Ha talento, amo il suo carattere, può fare il bis a Parigi»

Alberto Bertolotto
Javier Sotomayor
Javier Sotomayor

UDINE. Attento e curioso a bordo pedana, dove ha seguito il figlio Jaxier (classe 2007) e tutta la gara. Sempre disponibile a scambiare due parole.

Si conferma un signore dell’atletica Javier Sotomayor, primatista mondiale all’aperto e al coperto del salto in alto (con 2,45 e 2,43), in Friuli all’UdinJump Development, meeting dedicato alla “sua” disciplina.

Il cubano, classe 1967, ha assistito alla prova del figlio Jaxier (classe 2007) e ha parlato di Gianmarco Tamberi. «Ai Giochi di Parigi sarà tra i favoriti», ha detto sul campione mondiale outdoor in carica.

MITO

Il titolo iridato all’aperto, Sotomayor, l’ha conquistato due volte: l’ultima ad Atene nel 1997, la prima a Stoccarda nel 1993. Quest’ultimo fu un anno magico per lui, perché a luglio a Salamanca si arrampicò a quel magico 2,45. Un salto leggendario, ma il 2,43 valso il record in sala stabilito nel marzo 1989 a Budapest non fu da meno.

Gli regalò il titolo iridato in sala e gli permise di battere lo svedese Patrick Sjoberg, terzo con 2,35, e di togliergli il primato di 2,41.

«Queste sono le misure più importanti della mia carriera – racconta il caraibico –, Ma se devo indicare un record a cui sono maggiormente legato, dico il primo che centrai (l’8 settembre 1988 a Salamanca, 2,43 all’aperto, ndr). Perché il primo non si scorda mai». Come fosse un amore. Sotomayor non è però geloso degli stessi record: «Mi auguro che un giorno vengano battuti – aggiunge -. Fa parte della vita. Tuttavia non so quando succederà e chi ce la farà».

Gianmarco Tamberi
Gianmarco Tamberi

GIMBO

Gimbo Tamberi sembrava potesse essere sulla buona strada nel 2016, quando a Montecarlo volò sino a 2,39 prima di infortunarsi gravemente mentre tentava il 2,41. La prospettiva del 2024 è legata ai Giochi Olimpici di Parigi, a quel titolo a cinque cerchi che Sotomayor conquistò a Barcellona nel 1992.

«Gianmarco è tra i favoriti per la medaglia d’oro” – spiega il cubano, sottolineando dunque che il marchigiano è in grado di fare il bis dopo Tokyo 2021. «Di lui – continua – ammiro non solo il talento, ma il carattere. Quando il livello della competizione si alza, lui c’è e dà il meglio di sé. Ed è una caratteristica, questa, che ha dimostrato di avere più volte».

Un grande complimento, ma attenzione a Parigi anche al suo connazionale Luis Zayas, primo a Udine con 2,26. «Può puntare a un posto sul podio», chiude Sotomayor, salito in Friuli per onorare la memoria dell’amico Alessandro Talotti, rivale in pedana e ideatore del meeting, scomparso nel 2021.

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