Nuovo stadio a Udine entro due anni: impianto da 30 mila posti, ampliabile
«Sono ottimista, la giunta Honsell è la migliore dai tempi di Candolini»

UDINE.
«Dal momento in cui ci daranno il via libera, tempo un anno e mezzo, due al massimo, il nuovo stadio Friuli sarà pronto». C’è il nuovo allenatore Francesco Guidolin – voluto a tutti i costi da Gianpaolo Pozzo – da presentare, ma il patron dell’Udinese, come già in occasione del primo incontro con il nuovo direttore sportivo Fabrizio Larini, avvenuto lunedì, ha concentrato ieri gran parte della sua attenzione sulla costruzione del nuovo stadio Friuli, progetto che gli sta molto a cuore.
«Abbiamo perso tanto tempo – si è rammaricato Pozzo –, e la responsabilità è anche nostra, che non siamo stati vigili. Se i tifosi si lamentavano per le condizioni dei servizi igienici del settore distinti, dovevamo farci sentire con i responsabili e invece siamo sempre stati zitti. Un errore». Storie vecchie, ma non troppo. «Oggi – dice il patron – abbiamo la miglior giunta comunale dai tempi di Angelo Candolini e quindi sono ottimista sull’inizio dei lavori per il nuovo Friuli».
Particolari.
Ieri l’opposizione, attraverso il capogruppo del Pdl Loris Michelini, aveva chiesto che il patron dell’Udinese facesse chiarezza a proposito dell’accordo con il Comune. «Ribadisco – ha dichiarato Pozzo – che la costruzione del nuovo stadio sarà esclusivamente a carico dell’Udinese, ci deve solamente essere dato il via libera dal Comune che è proprietario dell’impianto. Non ci sarà nessun esborso da parte dei cittadini, non c’è alcuna speculazione in proposito. Mi sono impegnato in prima persona e porterò avanti questo progetto. Faremo tutto quello che serve».
Pozzo non scende nei particolari scontentando molto probabilmente chi invece avrebbe voluto sentir snocciolare cifre e nomi di coloro che contribuiranno alla costruzione del nuovo impianto, ma mai come questa volta il patron sembra deciso. «In Comune c’è anche un’opposizione che ragiona – aggiunge Pozzo –, l’Udinese non fa male a nessuno, anzi con la sua presenza ha portato solo utili. Ogni anno nelle casse della Regione entrano 30 milioni di euro. La verità è che in passato siamo stati troppo buoni o, se preferite, poco vigili. Per anni ho sentito sempre le stesse cose, parole vuote, ho lasciato stare e facendolo mi sono vergognato di me stesso».
Tempistica.
Lunedì prossimo Udinese e Comune firmeranno la nuova convenzione della durata di cinque anni con la quale cancelleranno una volta per tutte i contenziosi passati. «Sia da una parte che dall’altra», assicura il patron (e il pensiero viene ribadito anche dal presidente Soldati, figura fondamentale per il riavvicinamento fra società bianconera e Comune). «Nel momento – prosegue il patron – in cui avremo il via libera per i lavori, avendo anche la fortuna di contare su un presidente (Soldati,
ndr
) dirigente di una impresa di edilizia, possiamo garantire il rifacimento del Friuli nel giro di due anni, forse addirittura meno».
Il suo incubo rimane però la burocrazia. Lunedì scorso in merito Pozzo si era concesso una battuta delle sue invitando in Friuli il ministro della pubblica amministrazione: «Sarebbe proprio il caso che Brunetta trascorresse un anno a Udine, si farebbe un’idea della lentezza dei tempi della burocrazia». A questo proposito tira in ballo anche la grana-Cosmo: «Siamo i stati i primi ad averlo in Italia grazie alla Zanussi, poi per una querelle con Mazza è rimasto spento. Ora lo riavremo in uso».
Piano.
L’unico settore dell’attuale Friuli che resterà in piedi sarà quello della tribuna, che sarà solo “riammodernato”. Saranno abbattuti le curve e i distinti centrali mentre il terreno di gioco sarà fatto scivolare verso l’arca dei Rizzi eliminando così la pista d’atletica. Nonostante i lavori in corso, l’Udinese continuerà a giocare le sue gare casalinghe ai Rizzi. «Ricostruiremo lo stadio a scaglioni – dice Pozzo –, non ci sarà bisogno di “traslocare”. La capienza? Trentamila persone, con capienza superiore nel caso di grandi eventi». Come altre volte propone poi l’esempio dell’Appiani: «Un impianto che ha fatto la storia del Padova. Trasferitisi all’Euganeo i veneti sono scesi di categoria».
Appello.
Per fare questo sforzo economico, però, Pozzo si aspetta una risposta dalla tifoseria. «Il nostro potenziale bacino d’utenza è quello di 20 mila abbonati e quindi chiedo uno sforzo anche alla tifoseria organizzata. Il calcio non è solo soldi, ma pure passione e una squadra sente la vicinanza del suo pubblico. I tifosi devono tramandare di generazione in generazione la loro fede e il loro amore per la squadra del cuore».
Gli viene fatto notare che non siamo più ai tempi di Zico quando non esisteva la concorrenza della tv. Pozzo ironizza: «Ma vi sembra la stessa cosa avere una fotografia della vostra fidanzata oppure frequentarla di persona?».
Un problema più volte evidenziato dagli Udinese club è quello della “tessera del tifoso” visto come qualcosa che allontanerà ulteriormente gli appassionati dallo stadio. «La società - assicura Pozzo - si farà carico di agevolare i tifosi».
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