Nuoto, Guatti oro con la staffetta agli europei: «Emozione pura»
Il 22enne udinese, al debutto in nazionale, si è imposto con i compagni nella 4X50 stile libero. Sabato tornerà in vasca per gli individuali

«L’uomo che non t’aspetti. E conferma di essere atleta in crescita». Un 8,5 in pagella, scrivono gli esperti, per il nuotatore udinese 22enne Giovanni Guatti, debuttante in nazionale, che agli europei di vasca corta a Lublino, in Polonia, ha vinto l’oro con i compagni di staffetta 4X50 stile libero: il veneto Thomas Ceccon e i fiorentini Lorenzo Zazzeri e Leonardo Deplano. Sabato Guatti tornerà in vasca per gli individuali.
«Non sarà facile — dice —, mi conforta già essere della partita».
L’Italia si era presentata in finale col quinto tempo delle batterie, dietro Croazia, Olanda Polonia e Spagna. Poi l’impresa. Nella terza frazione Giovanni, con 20’’67, ha tenuto il comando nuotando da veterano. Eguagliato il record italiano con 1’22’’90.
Una sensazione unica, una medaglia d’oro al collo: che dice Giovanni?
«Emozione pura. Ma senza esaltazioni. Lo sport è sacrificio: i risultati si sa ti ripagano. Meglio essere coscienti, però, che non è mai finita e altra abnegazione è richiesta».
Come mai ha scelto Firenze per allenarsi e studiare?
«Diciamo per fattori multipli: la conoscenza di Paolo Palchetti — merito dell’interessamento di Matteo Restivo —, un allenatore col quale ho intrapreso un percorso propedeutico a un miglioramento mentale e atletico, e, senza dubbio, l’alta qualità universitaria: sono iscritto a Ingegneria gestionale».
Lei nuota da piccino oppure è passato per altre discipline?
«Nuoto e sci hanno dominato per tutta l’adolescenza, almeno a livello agonistico, affiancati da altri sport. Poi ho scelto, anche perché sono fisicamente adatto a stare in acqua più che a schivare porte sulla neve. Ho le ossa leggere: è una caratteristica fondamentale per noi».
Stile libero forever?
«Diciamo che l’ho preferito sin da subito, provando ovviamente altre tecniche, nessuna delle quali, però, mi era congeniale quanto il libero».
Ci spiega le differenze fra la vasca corta e la lunga in termini di preparazione?
«I venticinque metri favoriscono gli atleti forti nella fase subacquea. Io credo di essere più a mio agio nella lunga; per questo mi ha sorpreso il risultato della 4X50. Ciò ha inserito ulteriore grinta nel mio comparto motivazionale».
Quindi per lei è stato un debutto con la nazionale italiana?
«Diciamo di sì: pure con le Universiadi vestivo la casacca azzurra. Gli Europei rappresentano l’ufficialità».
Si legge che su Giovanni Guatti qualcuno punta per il futuro.
«Mi fa piacere saperlo; da parte mia posso solamente garantire il lavoro duro e la passione».
E con le lezioni all’università?
«Ci si organizza. Nulla è facile se l’obiettivo è mantenere alta la guardia. Gli esami sono impegnativi e gli allenamenti pure».
Ora che succederà?
«Gli individuali di sabato».
Che sono i 50 stile libero?
«Esatto. Un bell’impegno perché sarà la mia prima volta con la maglia della nazionale».
Possibilità di vittoria?
«Non esageriamo. Per ogni nazione passano due atleti, e dico dalle batterie della mattina alle semifinali nel pomeriggio. Per ora sono terzo. Davanti ci stanno due miei compagni fortissimi: Zazzaro e Deplano. Quindi nessuna illusionei».
La medaglia è davvero d’oro? Si ricordano le polemiche alle Olimpiadi di Parigi.
«Mah, non credo proprio siano d’oro massiccio, anzi, per nulla. Però il simbolo vale ben di più di qualsiasi metallo prezioso».
E adesso? La stagione è appena cominciata, o sbaglio?
«Già, è partita a settembre. In vista ci sono un Campionato italiano assoluto a Riccione, sempre di vasca corta, quindi nel 2026 gli Europei di Parigi e i Giochi del Mediterraneo a Taranto».
Il Friuli ha espresso eccellenze natatorie, vero?
«Eccome no: Matteo Restivo e Alice Mizzau.
Lei si sente orgogliosamente friulano?
«Molto. E non lo dico per farmi più benvolere. Per carità. È una sensazione della quale ne vado fiero».
I suoi genitori Gina e Stefano?
«Sono i primi tifosi assieme ai miei fratelli. La famiglia c’è».
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