Marangon, talento della Gesteco: sogni, canestri e interrogazioni

Basket A2, al liceo di Cividale nella classe del 18enne. «Qui sono felice. Obiettivi? Salvezza con le Eagles e Maturità»
Antonio Simeoli
Leonardo Marangon alla lavagna alle prese con le derivate
Leonardo Marangon alla lavagna alle prese con le derivate

CIVIDALE. Prof. possiamo entrare? Enrico Cantarutti è un giovane docente di matematica. Basta un amen per capire che la 5ª B del Liceo Scientifico Paolo Diacono di Cividale lo adora. Compreso quel lungagnone del primo banco, proprio a un passo dall’ingresso. Pc sul tavolo sorride il neo 18enne Leonardo Marangon.

Studente bravino e aspirante campione del basket. Più che aspirante, tanto che il padovano un anno fa è stato il miglior giovane della Serie B, è una colonna della nazionale Under 18, e lo sarà anche di quella Under 20, e da settembre gioca nella Gesteco Cividale in Serie A2.

Non sta vivendo un bel momento la sua squadra, sabato ha perso (e male) in casa con Piacenza, la classifica è deficitaria, la salvezza difficile e per giunta sabato arriva l’avversario più brutto, l’Old Wild West Udine per il classico dei derby prenatalizio.

Ma “Leo”, quando è nel mondo del Liceo Paolo Diacono, e dello storico Convitto nel quale alloggia, è semplicemente uno studente come tanti. «Sì, si impegna, studia», attacca il prof. di matematica, che per deformazione professionale fa partire per giornalista e fotografo un conto alla rovescia di 10 minuti, tempo sufficiente a completare la visita prima di ri-lasciare spazio ai numeri complicati sulla lavagna elettronica.

«Anche io sono un appassionato di basket (se la cavucchiava ndr) e un po’ tutti qui facciamo il tifo per lui. E credo anche che la matematica stia aiutando Leo a districarsi tra i numerosi impegni della giornata.

Allenamenti, partite, perchè gioca anche nella formazione Under 19, e studio. Per lui, e tutti gli allievi che si fanno largo nel mondo dello sport, il Ministero ha anche previsto un percorso di studi agevolato».

Fermi tutti, niente sconti su interrogazioni e studio, solo un piano didattico modulato sulle esigenze dell’allievo. Insomma, interrogazioni mirate, comprensione se l’attenzione è quella che è il lunedì mattina dopo una trasferta di campionato, magari conclusa a notte fonda dopo un lungo ritorno in torpedone, e altro.

Leo sorride alle parole del prof. «Studio prima e dopo gli allenamenti e nelle trasferte all’andata in pullman cerco di farlo», spiega. Aggiunge Alessandro Volpe, cividalese e tifoso Eagles.

«In settembre ci han detto che avremmo avuto un nuovo compagno e già lì la curiosità era grande, poi è arrivato addirittura un giocatore di basket: lo ammiriamo per come riesce a conciliare studio e sport ad alto livello. E al palasport tifo per lui».

Sofia Mauro di Dolegnano se la ride: «E poi a giocare in Serie A2 c’è anche il vantaggio di essere interrogati quando si vuole! A parte gli scherzi, Leo è incredibile perchè riesce a portare avanti tutti i suoi impegni alla grande».

La settimana che porta al derby con l’Apu Udine Marangon l’ha iniziata con la verifica di Filosofia con la professoressa Venusia Stocco. Schopenhauer e via dicendo. Bene? «Speriamo», dice il campioncino monitorato costantemente sul fronte didattico anche dal coach delle Eagles Stefano Pillastrini e dal presidente Davide Micalich.

Riccardo Mussig, cividalese, nel banco dietro se la ride, lo attende un pomeriggio in carrozza a Educazione fisica: lui e Leo devono presentare una tesina sul basket. Con uno così bel voto assicurato.

E il compagno di banco di Marangon? Marco Sarais arriva da Monteaperta. «Ci aiutiamo a vicenda, siamo una bella coppia», dice. Leo sorride. Vero, in campo si trasforma, come quando sabato, davanti alle sue prime tifose, mamma Germana e la sorella Maria Vittoria, arrivate come sempre da Padova per sostenerlo, ha cercato di dare un po’ di colore alla serata grigia dei suoi con una poderosa schiacciata con tanto di urlo sotto la curva.

Ma qui è solo uno studente che se la cava. Va alla lavagna, il prof. osserva. «Il mio sogno? Diventare un giocatore di basket al più alto livello possibile». Nba? «Magari». Intanto dopo la Maturità potrebbe davvero sbarcare in America all’Università. L’Ncaa per un talento così è una tappa obbligata.

Ma Leo pensa alla settimana del derby: «Oggi interrogazione di biologia sulle molecole, mercoledì matematica con le derivate, giovedì doppietta italiano-storia». E sabato il derby: «Siamo in difficoltà, ma dobbiamo provare a battere Udine per la salvezza, mio obiettivo 2024 con la Maturità e gli Europei under 20».

Idolo? «Ovvio, Michael Jordan». Anche se nella sua cameretta al Convitto, ordinatissima, c’è la bambolina di Kawhi Leonard. Mica uno qualsiasi.

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