Mara Navarria ci racconta la sua super estate con sei medaglie vinte
La star della spada in visita alla redazione del Messaggero Veneto. «Dove trovo la forza a 38 anni? Calo la maschera e mi diverto come una pazza»

Mara Navarria arriva in redazione al Messaggero Veneto con l’amica addetta stampa Giulia. Sorriso, ai piedi gli immancabili scarpets.
Nella borsetta (di Giulia) il forziere, le sei medaglie conquistate in questa super estate: campionati italiani, Europei, Giochi Europei e soprattutto il bronzo nell’individuale della spada e l’argento con la squadra ai Mondiali di Milano.
Foto con i giornalisti, che la inondano di complimenti e curiosità, per questa inossidabile campionessa che a 38 anni che ha la fame di successi di una ragazzina, sebbene abbia la bacheca piena di successi, bronzo olimpico a Tokyo 2021 e oro mondiale nell’individuale nel 2018 su tutti. Mara è questa.

Friulana di Carlino, famiglia con l’aquila su sfondo blu nel cuore, moglie, mamma, studentessa modello con la laurea in Scienze motorie e master vari.
Da dove cominciamo?
«Dalla canoa. Ho letto la pagina del Messaggero sulla Canoa San Giorgio. Bene, anche io ho iniziato là...Doppio con Samanta Scaini, amica d’infanzia, che ho splendidamente ritrovato in questi ultimi mesi. Andammo anche a medaglia ai tricolori under 14. Scherma d’inverno, canoa d’estate. Andavo in bici da Carlino a Villanova con mia sorella Grazia, uno due km in barca, tuffo in piscina o se andava amale nell’Ausa. Quello era il mio mondo, ora è tornato ad esserlo da quando sono tornata a vivere a Carlino».

Nostalgia?
«Macché, ho ripreso a pagaiare, l’ho fatto anche tra Europei e Mondiali, ho ritrovato i vecchi istruttori. Mi piacerebbe fare un K2 o un K4...chissà. È una attività sportiva ludica, mi rilassa, mi fa stare meglio anche in pedana. Nella canoa si condivide la fatica, si sta insieme, c’è il terzo tempo, fondamentale nello sport. Sa, alla mia età, a volte vale più un caffè con un’amica che una seduta di allenamento».
Ha 38 anni, ha vinto tanto: chi glielo fa fare a continuare a fare sacrifici in pedana?
«Semplice, le vittorie, anche quelle recenti ai Mondiali, sono il passato, io guardo al futuro. Alle Olimpiadi di Parigi, a un anno che sarà importante per prepararle alla grande. In pedana trovo energia, mi diverto. A volte ci metto anche mezzora in spogliatoio a indossare la divisa, poi quando calo la maschera e impugno la spada...».
Cosa succede?
«Mi diverto. Ed è come se si scatenasse qualcosa di energico. Voglio ancora mettermi in discussione, migliorarmi, dal punto di vista tecnico e tattico, come persona. La scherma è uno sport di strategia, non è facile. Studiare preparando un Master, leggere un libro, pensare a Tina Modotti, una delle mie eroine, restare in apnea statica per i miei 3 minuti, fare la testimonial del Fvg mi aiutano a farlo. È un tempo tutto mio».
Insegnerà scherma quando deciderà di smettere?
«Intanto parto per un camp a Piani di Luzza, è il settimo, sono tra i maestri. Insegnare sarà un pezzo del mio futuro. Ma non ho ancora pensato a un dopo».
Suo marito Andrea è il suo preparatore atletico, suo figlio Samuele è il suo primo tifoso?
«No, quello è mio fratello Enrico. Siamo in quattro fratelli, lui è il numero 3. Ha fatto spada, ci lega qualcosa di più. Samuele mi vede invece come una mamma, se va bene brava, se non va bene mi chiede già dove lo porto dopo le gare».
La sua giornata tipo?
«Adoro svegliarmi presto, cerco di fare il primo allenamento prima della colazione. Corsa, parte aerobica, poi porto il bimbo a scuola, vado a San Giorgio nella palestra del maestro Paolo Scrazzolo con mio marito, due ore di allenamento, poi pomeriggio altrettante in pedana o a San Giorgio o al mio club a Treviso».
Cinque ore di allenamento?
«Anche più, c’è anche la preparazione mentale».
E la sua mitica stocca al piede?
«Certo, il piede sembra vicino, ma...Mi diverte portare quella stoccata, la porto in tre maniere diverse. Tengo però un po’ il segreto...ci sono le Olimpiadi».
E allora se le dico Parigi?
«Sa dove ci saranno le gare di scherma? Al Petit Palais, in pieno centro».
Tornerà contenta se?
«Tornerò comunque contenta. Lo saranno di più mio marito e Samuele per il lungo viaggio che faremo dopo.Chissà, magari in canoa». Chiusura col sorriso. Splendido.
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