L’Udinese si butta via nel finale, l’Inter segna tre gol e ringrazia

Se i bianconeri non hanno portato a casa almeno un punto da San Siro lo devono al numero 7, Success, capace di sbagliare il più facile dei contropiede in superiorità numerica

Pietro Oleotto

Poteva essere un successo, è stato un Success. Se l’Udinese non ha portato a casa almeno un punto da San Siro lo deve al suo numero 7 , capace non solo di sbagliare il più facile dei contropiede in superiorità numerica, concedendo allo stesso tempo all’Inter il pallone della ripartenza immediata per la rete del definitivo sorpasso.

Sorpasso che i bianconeri hanno subito sul campo e in classifica, visto che, in attesa del Torino, ora c’è il Bologna al settimo posto.

E dire che la partita era cominciata con ben altri interrogativi, in particolare uno, quello su Enzo Ebosse di nuovo titolare in difesa, dopo l’infortunio che ha messo fuori gioco Nehuen Perez.

Un interrogativo che è durato poco più di un quarto d’ora, fino a quando il numero 23 non è stramazzato sull’erba, dimostrando di non poter proseguire la partita per colpa di un dolore a prima vista al ginocchio destro.

Succede tutto poco prima dell’azione (convulsa) che porta all’azione del rigore per l’Inter, un fallo (presunto) rivisto al Var di Walace su Dumfries, Walace in posizione di centrale difensivo per coprire il “buco” creato da Ebosse, suo malgrado – auguri per l’infortunio, è uscito nascondendo il volto e le lacrime sotto la maglia – ancora una volta al centro di un gol degli avversari.

L’Udinese è andata sotto nel punteggio in dieci contro undici, visto che Masina (bentornato) ha dovuto fare un riscaldamento al volo per riprendersi in campo a sei mesi dall’operazione al ginocchio.

Nel frattempo si consumava la commedia dell’indeciso arbitro Dionisi: che non aveva visto alcun fallo, che ha dovuto amministrare il rigore richiamato dall’esperto “varista” Abbattista – la rima è puramente casuale –, che ha visto Silvestri parare il primo penalty calciato da Lukaku e, richiamato alla sala dei video della vicina Lissone, là dove c’è la regia Var, ha fatto ripetere il tiro dal dischetto per un’invasione di Bijol.

Minuto numero 20, a questo punto era difficile scommettere anche un solo centesimo sulla tenuta dell’Udinese. L’Inter le dà una mano. Gigioneggia e i bianconeri riescono a compattarsi sulle fasce, così quando l’Udinese riparte con il “Tucu” Pereyra per mettere Lovric solo davanti all’ex Handanovic per l’1-1 nessuno al Meazza si meraviglia. Pareggio meritato.

E ripresa in perfetto equilibrio, poche conclusioni fino al fendente di Mkhitaryan sul quale si distende in modo prodigioso per garantire il risultato. Dall’altra parte Sottil comincia la girandola dei cambi togliendo Thauvin dopo una gara di grande sacrificio per inserire fresco fresco Success.

Ecco la mossa decisiva. A favore di Inzaghi. Evidentemente su di giri (non si capisce per quale motivo) al punto di reclamare in settimana un posto nella nazionale della Nigeria, Success prima sbaglia un passaggio da scuola calcio a Udogie, lanciato in contropiede, esponendo la difesa alla ripartenza interista, e poi partorisce la più grande sciocchezza calcistica dell’anno.

Contropiede tre contro due per l’Udinese e lui che fa? Ignora i compagni per tirare un bolla di sapone che Handanovic raccoglie per lanciare l’azione del nuovo vantaggio dell’Inter. Incredibile.

Sottil ci riprova: dentro forze fresche. Samardizic, Arslan e anche Ebosele sul piede del quale capita l’occasione più ghiotta, prima del tris firmato Lautaro Martinez. Il treno per il successo l’ha preso l’Inter. —

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