L’Udinese, il Watford e la galassia Pozzo: «Contano i 140 milioni di fatturato a Londra»

«Andai a trovare Gino Pozzo a Londra quando ancora il Watford non era in Premier e mi trovai di fronte un dirigente competente, ma soprattutto lungimirante e con l’Udinese nel cuore...». Comincia così la conversazione con Matteo Marani, vicedirettore di Sky Sport, ma soprattutto giornalista sportivo appassionato di storie e pallone che, mettendosi sulle tracce di Pozzo junior, ne ha trovata una da approfondire, offrendo la sua prospettiva sui possibili scenari di una multiproprietà controversa, amata a Londra e discussa a Udine.
Mariani, la galassia Pozzo comprende Watford e Udinese, ma queste due realtà non stanno sulla stessa orbita.
«Perché il Watford incassa 102 milioni di euro a stagione di soli diritti tv e con i ricavi complessivi sale oltre ai 140 milioni di fatturato. L’ultimo bilancio dell’Udinese è stato di 69.4 milioni, quindi il Watford fattura il doppio, ma prende anche più della Juventus alla voce diritti tv, considerato che a Torino ne entrano 90, e sono cifre a cui un imprenditore non può non guardare».
E secondo lei, Gino Pozzo che imprenditore è?
«Concreto, innovativo. Ha capito prima di altri quanto il calcio inglese stesse diventando un mercato d’avanguardia».
A Sky passate al setaccio squadre e società assieme agli esperti: come viene vista la galassia dei Pozzo, con due gestioni così diverse da seguire?
«La proprietà ha sviluppato una grandissima capacità di fare impresa dopo gli errori commessi all’inizio. Secondo me nessun proprietario arriva a Gino Pozzo come competenza calcistica, ma quel che più conta è il giudizio degli allenatori con cui ha avuto a che fare, che lo ritengono più competente di molti dirigenti».
Non tutti i tifosi del’Udinese sembrano pensarla così, forse per gli ultimi sei anni bianconeri...
«Nei sette anni precedenti agli ultimi sette l’Udinese è arrivata sei volte in Europa. È stata l’Atalanta incensata da tutti adesso, ma che invece è un modello diverso perché oggi la Dea viaggia a 150 milioni all’anno di fatturato, con un centro sportivo per i giovani che fa invidia a quelli delle prime squadre di molti altri club».
D’accordo, ma da troppo tempo l’Udinese non è più quella che era. Perché?
«Perché non è più la casa madre dal punto di vista industriale, semplice. Lo è stata fino a quando i Pozzo si sono fatti allettare dal progetto inglese, con tutti i ricavi di cui sopra, acquisendo il Watford. Tuttavia, bisogna anche calarsi nei panni di un imprenditore che ha un club nella Nba del calcio, quale è la Premier, anche se capisco che i friulani vorrebbero l’Udinese davanti a tutto».
Infatti spesso glielo ricordano senza troppi giri di parole dagli spalti dello stadio Friuli, mentre a Vicarage Road Gino Pozzo è amato.
«Credo che lui e la famiglia siano legatissimi all'Udinese, e che non se ne staccheranno. La gratitudine è un’eccezione rara e ha il nome di Percassi, ma De Laurentiis è contestato, Preziosi e Ferrero non sono tollerati e via dicendo. Attenzione però, perché l’Udinese tuttora è ai vertici per le plusvalenze realizzate negli ultimi dieci anni, con 160 milioni. In Italia solo il Genoa con 193 ha fatto meglio, l’Atalanta ormai è lì, mentre il Lille è al vertice in Europa».
Invece il Watford è penultimo in Premier. Quale futuro per l’Udinese in caso di retrocessione degli Hornets?
«Probabilmente le entrate calerebbero, ma siamo poi sicuri che i Pozzo spenderebbero di più per l’Udinese? Per me è errato associare le due realtà perché l’Udinese può camminare da sola, anzi le basta ricalibrarsi, e a mio avviso ha già l’asse giusto con l’accoppiata Gotti-Marino».
Ma le perplessità di Gotti sul ruolo di primo allenatore sono note...
«Tutto vero, e io che lo conosco bene so che la sua non è retorica, ma se l’Udinese costruisce un buon progetto, la squadra prende sicurezza e i giocatori rispondono Luca va avanti, con Pierpaolo a fare il “sarto” tra le componenti. A quel punto Pozzo potrebbe costruire a Udine una realtà ancora più forte, perché la squadra c’è, e c’è pure grazie a giocatori come Sema e Okaka arrivati dal Watford».
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