Il professor Bordon sulla volata salvezza: l’Udinese è attesa da nove finali
«Problemi di forma? Non ne vedo, bisogna invece ricompattare l’ambiente»

UDINE. «L’Udinese deve pensare di avere nove finali per salvarsi. E siccome le finali si giocano più con la testa che con le gambe, è fondamentale ricompattare l’ambiente per stimolare il gruppo». Ecco come Claudio Bordon invita l’Udinese a interpretare la volata finale che l’attende alla ripresa dopo la sosta, a cominciare dallo scontro diretto del 1º aprile col Sassuolo a Reggio Emilia.
Un rush finale in cui l’esperto preparatore atletico vede la Zebretta favorita in virtù di una condizione fisica adeguata e di un’abitudine alla sofferenza maturata negli ultimi anni, a patto però di non sovraccaricare gambe e testa dei bianconeri.
Bordon, ritiene che l'Udinese travolta dal Toro abbia anche la preparazione atletica tra i problemi da risolvere?
«No. L’unica variabile che potrebbe incidere sono gli infortuni e la predisposizione del singolo giocatore, specie dei nazionali che dovrebbero allenarsi pensando a ripresentarsi in perfetto ordine al loro rientro».
Restando ai nazionali, quanto inciderà la loro assenza sul lavoro di squadra nell’arco della sosta?
«Non incide su chi resta, anzi. Adesso chi si allena al Bruseschi può disporre del lavoro individualizzato sulla cura dei particolari predisposto dallo staff. Poi ci sarà spazio per l’aspetto cognitivo generale che l’allenatore affronterà dalla prossima settimana».
Dopo il ko col Toro Cioffi ha ammesso di avere sottovalutato i pochi giorni di recupero avuti dopo la Lazio, e la prestazione di Pereyra gli ha dato ragione...
«È un modo per giustificare la prestazione, ma da che mondo è mondo si cerca di dare continuità al gruppo vincente. Piuttosto, il gruppo mi pare male assortito, con pochi giocatori esperti tra cui Pereyra è il più importante e va centellinato. Già ai miei tempi il “Tucu” veniva gestito con riguardo, anche se lui vuole sempre giocare. Il calciatore di personalità non si tira mai indietro».
Il tecnico ha anche aggiunto che in questa sosta proporrà qualcosa di diverso al gruppo.
«Fa bene perché l’allenatore non deve essere monotono proponendo le solite metodologie con le quali il cervello riceve stimoli inferiori. Cambiando la proposta, invece, si può anche alleggerire la pressione psicologica che poi è il vero problema in vista delle nove finali che l’Udinese avrà davanti a sé».
Calarsi in una simile prospettiva incide anche sulla preparazione?
«Sì, perché oltre ad avere una condizione adeguata che all’Udinese non manca, grazie ai preparatori top level di cui dispone, si punta sempre più a ottimizzare la concentrazione dei giocatori per la singola partita. L’aspetto mentale diventa preponderante e qui per me l’Udinese ha un vantaggio sulle concorrenti».
Quale?
«Negli ultimi anni la salvezza non è stata proprio una passeggiata e quindi la squadra si è abituata a soffrire avendo dei finali in salita. Il Sassuolo, ad esempio, non lo è, e lo vedo più in difficoltà di tutti, mentre il Verona mi ha impressionato. Le altre, invece, sono sullo stesso standard dell’Udinese».
Bordon, Deulofeu si può credere a un ritorno in futuro di Deulofeu?
«Sarà un grande punto di domanda perché è fermo da un anno. Tuttavia, il fatto che l’Udinese non gli abbia ancora rescisso il contratto può dare speranza».
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