De Cecco a 60 anni è ancora al volante: «Fino a quando mi diverto vado avanti»
Compleanno da cifra tonda per il pilota di Manzano che racconta la sua carriera iniziata nel 1986

Gli inizi nel 1986 sulla A112, quindi i primi successi, di classe e assoluti. I tanti campionati vinti e, successivamente, i traguardi tagliati alla guida di Friulmotor, team che ha fondato nel 2003 e che gestisce assieme ai suoi tre figli.
Una vita a ritmo di rally quella di Claudio De Cecco, pilota manzanese che oggi festeggia 60 anni. Un’età in cui molti hanno già abbandonato le corse, ma lui, forte della sua velocità e delle sue 87 vittorie assolute, non molla. «Finché mi diverto, continuo. E mi tengo in forma», dice.
De Cecco, non è un caso che, domenica, festeggerà il suo compleanno in abitacolo. Giusto?
«Mattia, Marco e Lisa, i miei figli, assieme a mia moglie Sabrina, mi hanno regalato l’iscrizione al Rally in Circuit di Vertoiba. Gareggerò con il mio primo navigatore, Giuliano Cantarutti, convinto dalla mia famiglia a tornare in abitacolo dopo quasi 30 anni. Correremo su Renault Clio di gruppo A, vettura con cui vincemmo il Rally Sagittario nel ’93. Fu il primo successo ottenuto dalla vettura francese in Italia».
Come ci si sente a 60 anni?
«È un traguardo che fa impressione. Mi vengono in mente tante cose. Sicuramente gli inizi, la prima gara nel 1986, al Rally Città di Gorizia, su A112. Avevo 23 anni. Fummo costretti a ritirarci dopo quattro prove. Guardammo però i tempi: avevamo 1’ di vantaggio sui secondi. Capimmo che avremmo potuto dire la nostra. Nel 1987 vinse subito il campionato del Friuli Venezia Giulia, ma continuare a correre non fu scontato. No, perché alla fine del 1986 mia moglie scoprì di essere incinta di due gemelli. Pensai: “Ok, mi sono tolto lo sfizio di correre, ora mi sposo e mantengo la famiglia”. Al tempo ero proprietario di una verniciatura a Manzano. Un giorno venne a trovarmi un rappresentante di vernici. L’azienda per cui lavorava mi avrebbe sponsorizzato per un anno intero, se avessi poi comprato solo dalla stessa il materiale. Accettai. Da allora sono rimasto al volante. Ben 87 vittorie assolute, il successo nel Campionato Italiano Rally Privati nel 1999, le varie Coppa Italia portate a casa».
A quale titolo è più legato?
«Ai tre consecutivi ottenuti del 2003 su Peugeot 206 Wrc centrate nel giro di un mese e mezzo al Rally San Martino di Castrozza, al Valli Pordenonesi e all’Alpi Orientali. Le conquistati con la prima vettura acquistata dall’allora neonata Friulmotor. Ricordo con piacere il primo posto del 1993 al Rally Alpi Orientali, dopo il quale sono stato intervistato allo stadio Friuli nell’intervallo di una gara dell’Udinese. Vado anche fiero di aver sempre mantenuto lo status di pilota privato».
Quali traguardi si pone, ora?
«Il mio ultimo successo risale al 2017. Ci ho messo un po’ a metabolizzare di essere meno competitivo di un tempo. Ora mi diverto, perché mi piace guidare. Per il 2023 miro al quinto titolo di fila di coppa Italia tra gli over 55. Per ora continuo con le vetture moderne, ma chissà, magari un giorno passerò tra le storiche».
I suoi figli lavorano tutti con lei nella Friulmotor, team che attualmente gestisce due programmi ufficiali Hyundai. È la sua soddisfazione più grande?
«Mi fa piacere si siano avvicinati a questo sport autonomamente. L’azienda può continuare anche solo col loro apporto. Sono autonomi e bravi».
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