A casa con due escort, Armero picchiato dalla moglie a Rio

Lui smentisce tutto con un video, ma è intervenuta la polizia. Sempre più difficile che il Flamengo lo riscatti dall’Udinese

UDINE. «Pablo, Pablo, Pablo maledetto»: dopo aver visto spuntare le corna Maria Jobra, moglie di Armero, il nazionale colombiano dell’Udinese ora in prestito al Flamengo, potrebbe tranquillamente storpiare così il ritornello della canzone portata al successo dal Banco negli Anni 80.

Anche se non deve aver troppa voglia di scherzare. Ieri il giocatore ha postato sul proprio profilo Instagram un video assieme alla consorte, durante il quale si definisce l’Arrosito con coco della sua bella, ma il racconto di una notte brava con due escort nella casa di famiglia a Rio è difficile da cancellare, considerati i particolari e le modalità di quella che il giornalista Leo Dias di O Dia, quotidiano carioca, ha definito «una notte di sesso».

Il buon Pablo è stato fregato dalla zona esclusiva nella quale ha scelto di vivere a Barra di Tijuca, famosa per la sua spiaggia e i residence per benestanti: al Riserva Uno c’è l’appartamento di Armero che, in assenza della signora Maria, ha pensato bene – male, visti i risultati – di chiamare addirittura due garotas de programa, due squillo per passare una piacevole serata in compagnia. Non aveva fatto i conti con i piani della moglie che ha colto in flagrante il marito, assieme al padre e (particolare decisamente più triste) dei due figlioletti.

La reazione è stata violenta, racconta il giornale brasiliano, tanto che con un bastone papà e figlia (suocero e moglie) avrebbero picchiato Armero tra urla e grida, comprese quelle delle ignote signorine. Un’autentica iattura per il colombiano, visto che i vicini, dopo aver cercato di far terminare la lite facendo notare «che quella non era una favela», hanno fatto intervenire la polizia. A quel punto la signora Maria e Pablo si sono trovati davanti a un bivio: procedere con una denuncia o tacere?

Pare abbiano optato per la seconda soluzione, come il Flamengo che, attraverso l’ufficio stampa, ha risposto a O Dia di non occuparsi della vita privata dei calciatori. Di una sfumatura differente le voci raccolte dalla stessa testata sulle mosse del consiglio di amministrazione del club rossonero: «Valuteremo internamente cosa fare».

E a questo punto la patata bollente rimbalza da oltre l’oceano fino in Friuli: il Flamengo sta studiando la possibilità di una rescissione del contratto con Armero che, infortunato a una coscia, comunque non giocherebbe fino al termine della stagione, a dicembre.

Un modo per risparmiare sull’ingaggio e per dire anticipatamente all’Udinese che il suo riscatto non interessa più, un addio che complicherebbe i piani di Gino Pozzo che, affidandosi all’opera dell’agente Fifa Luciano Ramalho, avrebbe voluto monetizzare la cessione del mancino per poi acquistare un difensore (si è parlato nei mesi scorsi soprattutto di Samir) in Brasile.

Sarebbe l’ennesima macchia sulla carriera di Armero che già in bianconero aveva dovuto passare in “tintoria”: nel 2011, poco prima di Natale, fermato dai carabinieri alle 5 del mattino in via Cotonificio, il giocatore dell’Udinese si rifiutò di sottoporsi all’etilometro, insultando la pattuglia dalla sua Bmw X6 che aveva insospettito le forze dell’ordine perchè procedeva a zig-zag.

Anche allora al suo fianco non c’era la moglie, ma una giovane donna che, per allontanare i carabinieri, offrì 50 euro, ricevendo in cambio una denuncia. Armero passo invece dei guai per non aver rispettato il codice della strada, tanto più che la sua patente poi risultò falsa. Incorreggibile Pablo.

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