Verso Udinese-Monza, il doppio ex Susic: «Giusto ripartire da Runjaic»

L’allenatore ed ex calciatore goriziano giudica positivamente la stagione dei bianconeri. Sul futuro:«Se proprio dovesse partire uno dei difensori terrei più Bijol di Solet» 

A sinistra Massimo Susic, a destra Jaka Bijol
A sinistra Massimo Susic, a destra Jaka Bijol

C'è il passato, con i ricordi delle stagioni vissute con le maglie di Udinese e Monza, ma soprattutto tanto futuro bianconero nelle considerazioni di Massimo Susic, «friulano doc di Gorizia», come ama definirsi, che all'Udinese guarda con occhi da tifoso ma anche da tecnico. «Spero che Runjaic resti, perché ha dimostrato polso e valori, e che la difesa non venga destrutturata, ma se proprio dovesse partirne uno terrei Bijol più di Solet”.

Susic, lei è già proiettato al futuro, mentre c'è ancora una stagione da finire e un decimo posto da inseguire a cominciare dal Monza...

«Preferisco cercare di guardare avanti con la speranza che la società faccia lo step che la piazza merita, puntando in alto come altre realtà provinciali stanno facendo”.

Punta dunque a un ritorno in Europa?

«Penso che quest'anno sono state gettate solide basi perché fino a due mesi fa l'Udinese ha fatto un grande campionato. La salvezza è stata raggiunta in agilità, ma poi sono arrivate quelle sconfitte in serie che sanno tanto di un rilassamento che per me resta abbastanza inspiegabile”.

Le assenze di Thauvin e il calo di Lucca possono avere influito?

«In parte sì, specialmente quella di Thauvin che considero un vero leader, e non solo per la cifra tecnica. A Lecce, in quella serata così particolare per il caso del rigore calciato con insistenza da Lucca, ho visto Thauvin perdere un pallone nei pressi della bandierina dopo un corner, e poi si è messo a inseguire l'avversario fino in area bianconera. Ecco, uno così è un uomo squadra prezioso che non gioca solo per se stesso».

Quali altri bianconeri l'hanno convinta nel corso della stagione?

«Resto sempre a quella serata di Lecce perché è stato lì che Runjaic ha dimostrato polso e valori. Dopo il rigore, per come si è comportato e per le parole dette dopo la partita, tutti hanno capito che l'allenatore aveva in mano la squadra e l'intero spogliatoio».

Non a caso l'Udinese è intenzionata a ripartire col tecnico di origine jugoslava in sella nella prossima stagione...

«Giusto così, perché Runjaic ha trovato presto la quadratura alla squadra. A me ha soddisfatto, ma soprattutto ha dimostrato di saperci stare in Serie A. Sento dire che non parla l'italiano, ma usando l'inglese ha una lingua funzionale per comunicare con tutti i giocatori di diverse nazionalità”.

Facendo un salto nell'Udinese che verrà, dove metterebbe mano?

«Ho visto che negli ultimi anni la difesa è stata sistemata, ma sento anche parlare molto di Solet in chiave mercato. Il francese è sulla bocca di molti, ma dovendo scegliere mi terrei Bijol che potrebbe rivelarsi la perdita più dolorosa. Lo sloveno conosce bene l'ambiente».

Quale giudizio su Kristensen?

«Bravo anche lui, ma è proprio per questa somma di valori individuali che invece di fare cassa io punterei a investire rafforzando una difesa già impressionante sul piano fisico, a vederla dal vivo, e una squadra già buona».

Susic, l'effetto amarcord di Udinese e Monza quali ricordi le suggerisce?

«Udine è stata la mia fortuna, dove la mia carriera ha preso il via. Ho sempre dato il massimo giocando con la bava alla bocca per affermarmi, finendo per essere apprezzato più in altre piazze. Anche a Monza sono stato bene e dispiace per questa retrocessione. Sicuramente la scomparsa di Berlusconi ha influito sulla programmazione societaria e Galliani è rimasto solo strada facendo».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto