Il re Mario Cipollini incorona il suo erede Milan: «Sono pronto a dargli consigli»
Quarantadue tappe al Giro, record. Quasi duecento vittorie allo sprint: Cipollini, per il ct Bennati, ora ha un velocista che gli somiglia

Quarantadue tappe al Giro, record. Quasi duecento vittorie allo sprint. Mario Cipollini ci risponde al telefonino, mentre si è appena gustato la volata di Milan.
Re Leone, ha visto che potenza?
«È una bella sensazione avere un atleta italiano che al Giro d’Italia domina la scena in volata. Questo è l’evoluzione della specie del velocista: un gigante dalla potenza incredibile, un velocista moderno che domina la scena».
Il ct Bennati dice che assomiglia a lei. È d’accordo?
«Assolutamente sì e guardandolo un po’ mi commuovo perchè lui va forte in pista, ha vinto le Olimpiadi nell’inseguimento a squadre e il quartetto a Montreal 1976 con Saronni l’ha fatto anche mio fratello Cesare che non c’è più. Con Jonathan è un po’ il cerchio che si chiude».
Dove può arrivare?
«Se vinci così non puoi che continuare a farlo dominando al Giro, ma anche al Tour de France. Le sue vittorie però mi mettono anche un altro velo di tristezza».
Perché?
«Immaginate se Milan, Ganna, Tiberi, De Marchi e gli altri corridori italiani, e ne abbiamo di validi, corressero in una squadra italiana con un nome italiano, sponsor italiani, testa italiana. Immaginate Ganna che tira la volata a Milan invece di attaccarlo a 50 km dalla fine come ieri. O viceversa».
Purtroppo non è così...
«Purtroppo i nostri corridori, e ce ne son di fortissimi, ormai corrono nelle squadre straniere. Spesso devono fare i gregari. Ai miei tempi io, Bartoli, Pantani, Bettini muovevamo il ciclismo mondiale con le nostre squadre italiane. Così, invece, la terra del ciclismo diventa marginale. E questo a causa dei dirigenti sportivi che in questo sport non hanno fatto le cose per bene, non hanno avuto una visione. Invece dovrebbe accadere che i nostri giovani si ritrovino a puntare ad entrare in un progetto di una squadra italiana».
Cipollini, dove può migliorare Milan?
«A volte non è bello da vedere in volata, non ha il migliore posizionamento, ma è giovane. Ha una squadra forte e sta migliorando. Mi piacerebbe, se lo desidera, dargli qualche consiglio».
Allora Milan le ricorda il giovane Cipollini?
«A Udine al Giro 1990 vinsi a 23 anni una volata così. Ecco, Jonny ha 23 anni come me allora».
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