Valle dell’idrogeno in Fvg, posata la prima pietra dell’impianto a Trieste
L’area interessata è adiacente al termovalorizzatore di Trieste: a regime, entro il 30 giugno 2026, produrrà circa 370 tonnellate di idrogeno verde

Energia green per i trasporti, la logistica e le attività produttive del Friuli Venezia Giulia, generata a partire da acqua ed elettricità da fonti rinnovabili. È la promessa dell’idrogeno verde, che nel giro di meno di un anno sarà prodotto in regione: è stata posata la prima pietra – in realtà “virtuale”, nella forma di una targa – del primo impianto in Friuli Venezia Giulia all’interno della North Adriatic Hydrogen Valley (Nahv) in un’area adiacente al termovalorizzatore di Trieste.
Il progetto
Sarà tra i primi impianti industriali ad entrare in funzione in Italia e quando sarà a regime, entro il 30 giugno 2026, produrrà circa 370 tonnellate di idrogeno verde l’anno.
Annesso all’impianto ci sarà un parco fotovoltaico da 4,8 MegaWatt, che produrrà un terzo dell’energia totale necessaria per farlo funzionare.
Il progetto dell’Hydrogen Hub di Trieste è promosso da AcegasApsAmga, che ha proposto un piano che copre l’intera catena del valore dell’idrogeno verde, dalla produzione, allo stoccaggio fino alla distribuzione.
Per realizzare l’idrogeno verde verrà usata l’acqua di processo del termovalorizzatore adiacente, ossia quella usata per il raffreddamento dello stesso. In questo modo si calcola che ogni anno saranno recuperati circa 5.600 metri cubi d’acqua.
Non solo, il tutto rappresenta un’opera di riqualificazione di un’area industriale dismessa: il parco fotovoltaico infatti sorgerà su 6 ettari dell’area ex Esso, concessa per l’operazione dall’Autorità portuale.
L’investimento complessivo per l’opera è di 20 milioni, di cui 15,8 sono finanziati dal Pnrr e 1,5 milioni dal bando Horizon EU.
Il Polo dell’idrogeno triestino rappresenta una realtà all’avanguardia in Italia, e l’impianto è stato sviluppato «in squadra con l’Università di Trieste e con la fondazione Bruno Kessler, nonché con il supporto di Area Science Park», ha sottolineato l’ad di AcegasApsAmga Carlo Andriolo.
L’acqua verrà fatta passare da un elettrolizzatore, cioè una macchina capace di scindere due molecole d’acqua (2H2O) in due molecole d’idrogeno (2H2) e una di ossigeno (O2). Il gas viene poi compresso da dei pressurizzatori, ci sarà la possibilità di mantenere in stoccaggio fino a 2 tonnellate di idrogeno sul posto, e poi ci sarà una zona dedicata al trasporto in delle sorta di autocisterne.
Il processo è condizionato da una deadline stringente, quella che caratterizza ogni progetto Pnrr: entro il 30 giugno 2026 tutto deve essere terminato.
Gli usi
La molecola di idrogeno può funzionare come combustibile verde utilizzabile come alternativa ai carburanti come la benzina o il gasolio, tipicamente proposto per autobus o per i tir. Non solo, sono in via di test anche applicazioni in ambito navale.
Ma è anche utilizzabile come forma di energia all’interno di processi produttivi.
Al momento AcegasApsAmga punta a distribuire l’idrogeno prodotto al trasporto pubblico locale, ai mezzi utilizzati nell’area industriale e per la logistica portuale. Non si esclude però che il contesto apra a ulteriori opportunità nel contesto delle attività produttive.
La valle dell’idrogeno
La North Adriatic Hydrogen Valley è un progetto transfrontaliero sostenuto dall’Unione europea, che coinvolge Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia. Sono parte di esso 37 organizzazioni e 17 progetti pilota in tre Paesi. L’obiettivo finale è quello di arrivare alla produzione di 5 mila tonnellate l’anno di idrogeno.
Altri sviluppi
Visto il successo del progetto, la Regione ha deciso di promuovere un ulteriore bando da 15 milioni di euro (di cui 10 sono risorse statali e altri 5 sono risorse regionali) per arrivare a finanziare almeno un altro progetto per la produzione di idrogeno verde in aree dismesse.
Da una precedente raccolta di manifestazioni d’interesse erano emersi una decina di progetti. Il bando aprirà dal 25 settembre al 10 ottobre. La Regione ha già finanziato con un bando da 11 milioni infrastrutture di ricerca sull’idrogeno.
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