Sono 51 i comuni più esposti al Radon. L’assessore Scoccimarro: «Presto campagne di sensibilizzazione»

L’esito dell’indagine evidenzia come il Fvg sia tra le regioni con le più alte concentrazioni. Ogni anno l’esposizione a questo gas provoca il 14% dei casi di cancro ai polmoni

Giacomina Pellizzari
Radon, in Fvg sono 51 i comuni più esposti
Radon, in Fvg sono 51 i comuni più esposti

Non ha colore né odore, fuoriesce dal terreno e attraverso le vie di fuga entra nei sotterranei e nei piani bassi delle abitazioni. Stiamo parlando del radon, il gas inerte, naturale e radioattivo ritenuto primo fattore di rischio cancro polmonare per i non fumatori. In regione le maggiori concentrazioni, quelle superiori a 300 Becquerel (Bq) a metro cubo rilevate in oltre il 15 per cento degli alloggi monitorati, sono presenti in 51 comuni situati nelle zone prioritarie. «Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni italiane con le più alte concentrazioni medie di radon indoor. Ogni anno l’esposizione al radon provoca 106 casi di cancro al polmone, ossia al 14 per cento del totale diagnosticato». Lo scrive il gruppo di lavoro radon nel documento allegato alla delibera attraverso la quale la giunta Fedriga si è impegnata ad avviare, nelle zone più colpite, campagne di sensibilizzazione sul problema con gli esperti dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie e dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa).

I comuni a rischio

Non c’è una zona specifica dove il radon risulta più presente. L’elenco è lungo e va dai monti al mare. I comuni interessati dai picchi di concentrazione sono: Ampezzo, Andreis, Arba, Aviano, Barcis, Bicinicco, Campoformido, Cimolais, Claut, Codroipo, Cordenons, Coseano, Dogna, Duino Aurisina, Enemonzo, Flaibano, Fogliano Redipuglia, Forgaria nel Friuli, Forni Avoltri, Lusevera, Malborghetto Valbruna, Maniago, Martignacco, Mereto di Tomba, Moggio Udinese, Montereale Valcellina, Mortegliano, Ovaro, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Polcenigo, Pozzuolo del Friuli, Prato Carnico, Rive d'Arcano, Roveredo in Piano, San Quirino, Sauris, Sequals, Sgonico, Socchieve, Spilimbergo, Sutrio, Talmassons, Tarvisio, Tavagnacco, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Travesio, Trivignano Udinese, Vajont e Visco.

A questi vanno aggiunti gli altopiani ovest ed est del Carso triestino. Nel capoluogo giuliano, infatti, a seguito della differente geomorfologia del territorio, è stata rilevata una distribuzione altamente disomogenea delle concentrazioni di radon indoor e per questo motivo va mappata per circoscrizioni. Al momento la popolazione interessata raggiunge le 209 mila unità.

La mappatura

La mappatura è indispensabile per redigere il Piano nazionale d’azione per il Radon, previsto dalla legge del 31 luglio 2020, al fine di definire le modalità di intervento e per prevenire e ridurre i rischi di lungo termine dovuti all’esposizione nelle abitazioni, negli edifici pubblici e nei luoghi di lavoro, anche di nuova costruzione. Il gas può essere sprigionato dal suolo, dai materiali da costruzione e persino dall’acqua. «Nei Comuni che ricadono nelle aree prioritarie – assicura l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro – verranno avviate campagne di informazione e sensibilizzazione coinvolgendo i proprietari degli edifici attraverso azioni integrate tra i Dipartimenti di prevenzione e l’Arpa». Al momento, per completare la mappa, restano da perfezionare le rilevazioni in nove comuni.

Le misurazioni effettuate

Solo nelle abitazioni sono state eseguite oltre 4 mila misure nell’ambito di diverse campagne, condotte secondo i criteri statistici e con protocolli standardizzati. Altri 2 mila alloggi sono stati ispezionati su richiesta dei cittadini preoccupati per le conseguenze a cui potrebbero andare incontro. Ulteriori 2 mila misurazioni si sono susseguite anche in 1.600 edifici scolastici. «Il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane in cui sono state effettuate più misure di radon e più azioni di rimedio e verifica dell’efficacia delle stesse» insiste l’assessore nel ribadire che il gruppo di lavoro radon, costituito da esperti indicati da Regione, Arpa e Aziende sanitarie, ha certificato che la maggior parte dei Comuni e della popolazione residente vive in aree ritenute a basso rischio. Solo il 17,5 per cento degli abitanti ricade nelle aree ritenute prioritarie per presenza di radon». Proprio perché è un gas inodore, incolore e insapore, il radon non è percepibile dai sensi, ma se viene inalato può danneggiare il Dna delle cellule. —

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