Un altro passo verso il ritorno delle Province: ok della Camera alle modifiche dello Statuto del Friuli Venezia Giulia
L’Aula di Montecitorio ha approvato le modifiche alla legge costituzionale con 228 voti a favore e 78 contrari. Ora serve un ultimo voto al Senato

Un altro passo verso il ritorno delle Province in Friuli Venezia Giulia. Nella mattinata di mercoledì 5 novembre, a Camera con 228 voti a favore e 78 contrari e 6 astenuti ha approvato le modifiche alla legge costituzionale sullo Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia. Il disegno di legge intende delineare un nuovo assetto istituzionale che prevede tre livelli di governo in luogo degli attuali due: la regione, gli enti di area vasta ed i comuni.
A tal fine, il provvedimento disciplina nello statuto gli enti di area vasta, laddove la riforma costituzionale del 2016 aveva soppresso ogni riferimento alle province. La misura è stata già approvata, in prima deliberazione, dalla Camera, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato. Ora, prima dell’approvazione definitiva, serve il secondo ok dal Senato.
Le reazioni
«Oggi (5 novembre, ndr) la Camera ha compiuto un altro passo importante per il Friuli-Venezia Giulia, approvando in seconda lettura le modifiche allo Statuto speciale che reintroducono le province», ha commentato il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava.
«È un segnale concreto di attenzione verso i nostri territori, che hanno bisogno di istituzioni più vicine ai cittadini. Ringrazio il centrodestra di governo e tutti i parlamentari che hanno sostenuto con convinzione questa riforma che, come Lega, portiamo avanti da tempo. Ora avanti verso l’ultimo passaggio», ha concluso Gava.
«Una maggioranza trasversale, che dimostra la condivisione della necessità di restituire rappresentanza e prossimità ai territori», è stato invece il commento del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido.
Soddisfazione anche da parte della deputata di Forza Italia Isabella De Monte: «Questo è un passo fondamentale verso una Regione più snella, capace di legiferare e programmare, lasciando l'amministrazione di alcune importanti competenze ad enti elettivi più prossimi ai cittadini».
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