Recuperi notturni in montagna: 170 nuovi siti per l’atterraggio dell’elisoccorso
Individuate nuove aree su terreni impervi e ostili dove il Soccorso alpino del Friuli Venezia Giulia potrà atterrare

A partire dal 7 luglio scorso l’elicottero dell’elisoccorso regionale del Friuli Venezia Giulia è diventato operativo di notte anche negli ambienti montani e in tutti i cosiddetti ambienti che rientrano nella definizione di “impervi e ostili” (forre, coste rocciose, rive di fiumi e torrenti etc). Tecnicamente la novità dell’ampliamento dell’attività notturna, già operativa in ambito urbano ed extraurbano, va sotto il nome di “Fase 2 avanzata” ed è stata possibile dopo circa un anno di addestramenti e verifiche che hanno coinvolto il personale sanitario di medici ed infermieri, i tecnici di elisoccorso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e il personale aeronautico composto da piloti e tecnici verricellisti.
Il lavoro svolto e le ricognizioni effettuate nell’anno trascorso hanno permesso di individuare più di 170 siti in cui, durante l’arco notturno, può essere imbarcato e sbarcato personale sanitario e tecnico, anche in modalità “hovering”, che sta ad indicare il volo stazionario dell’elicottero, al fine di prestare soccorso su obiettivi definiti in determinate aree. Allo stesso tempo tali siti permettono di facilitare e velocizzare eventuali operazioni di ricerca, che vengono contemporaneamente anche effettuate in volo mediante l'impiego di visori notturni e termocamere.
Già dall’agosto 2023 l’elisoccorso è in grado di operare sia di notte che di giorno atterrando nei pressi dell’obiettivo (ad esempio un incidente stradale) in circa il 70% dei casi. Quando non è possibile effettuare atterraggi ed operazioni nei siti previsti, a causa di eventuali condizioni ambientali sfavorevoli, vengono utilizzate le 80 piazzole poste in pianura e nei fondovalle, che rimangono a disposizione. A queste ora si aggiungono i 170 siti individuati in montagna e in altri ambienti impervi.
L’evoluzione di questa modalità operativa anche in montagna rappresenta una tappa molto importante per il sistema di soccorso in regione, in quanto estende il servizio a tutto il territorio, includendo anche le aree più remote, marginali e di difficile accesso con altri mezzi di soccorso.
Ciò è stato possibile grazie alla messa a disposizione di ore di addestramento da parte della Protezione Civile regionale, nonché grazie alla grande professionalità, dedizione e volontà dimostrate da tutte le componenti dell’Elisoccorso FVG, rappresentate da personale dall’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC), dall’azienda Elifriulia e del Corpo Nazionale Soccorso Alpino (CNSAS) -Servizio Regionale del Friuli Venezia Giulia.
La fase appena concretizzata sarà il preludio per un ulteriore evoluzione, la cosiddetta ”Fase 3", che prevede la possibilità di effettuare operazioni speciali in volo e non solo in hovering, nello specifico con l’impiego del verricello, rendendo ancora più efficaci le operazioni di soccorso in ambienti impervi.
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