Una proposta pilota per la normativa sull’AI: perché è un’occasione per il Fvg

Avviare una sperimentazione nella regione costituirebbe un esempio di grande valore: la parola va a giuristi, avvocati e alle massime cariche politiche

Leonardo Felician

Si parla sempre più spesso dei problemi etici e sociali creati dall'AI generativa, ma mancano proposte concrete che si possano sperimentare in tempi brevi per avviare un'innovazione che porti a risultati utilizzabili.

L'Italia è notoriamente affetta da ipertrofia normativa: questa proliferazione di leggi, spesso sovrapposte, ridondanti o addirittura contraddittorie, crea una profonda incertezza giuridica, rallenta la burocrazia e impone un costo notevole sia per i cittadini che per le imprese. È molto più facile aggiungere nuove norme che armonizzare quelle gia esistenti.

Addestrati su vasti corpus di testi legislativi, i modelli sono in grado di sintetizzare e riorganizzare nell'arco di minuti migliaia di pagine su un tema specifico e generare un documento conciso, non ridondante e internamente coerente; individuare contraddizioni, segnalando in modo automatico eventuali discrepanze o anomalie, compito che richiederebbe un'enorme mole di lavoro per gli esperti umani; controllare il testo al momento della proposta di un nuovo disegno di legge, scansionando in tempo reale l'intero corpus normativo esistente per verificare la coerenza con la legislazione precedente.

Questo approccio non mira a sostituire il ruolo del legislatore, ma a offrire un potente supporto per rendere il processo più efficiente, trasparente e accurato. Poi però serve tempo, validazione giuridica e mediazione politica per sistemare le eventuali discrepanze segnalate dalI'AI prima di passare a una formulazione definitiva. Affidabile e veloce nell'elaborare le informazioni esistenti, l'AI odierna non dimostra per ora grande creatività.

Gli operatori del settore non dovrebbero comunque temere il rischio di sostituire un computer al ragionamento umano: un problema che l'AI non saprebbe oggi affrontare sono i vuoti lasciati dal legislatore e colmati da prassi e giurisprudenza.

Avviare una sperimentazione in un'area specifica, in una regione sempre all'avanguardia come il Friuli Venezia Giulia, costituirebbe un esempio di grande valore, replicabile su scala nazionale, dimostrando benefici e limiti di questa tecnologia nel campo del diritto. La parola va ora a giuristi, avvocati e alle massime cariche regionali, a partire dal presidente Fedriga.

Leonardo Felician è docente di Data Analytics for Finance and Insurance, MIB Trieste School of Management.

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