Servono venti stipendi alle famiglie del Fvg per estinguere i debiti
L’indagine sul rapporto tra retribuzioni lorde e residui da mutui o prestiti in corso: a Trieste il dato più basso, Gorizia è la provincia più “sbilanciata”

Alle famiglie del Friuli Venezia Giulia servirebbero una ventina di stipendi per estinguere completamente i debiti ancora in corso, tra mutui e prestiti personali. È quanto emerge dall’elaborazione del Sole 24 Ore su dati Crif e Istat che misura la sostenibilità del credito incrociando l’ammontare dei debiti residui con le retribuzioni lorde.
Un indicatore che, pur basandosi su un’ipotesi teorica – l’utilizzo dell’intero stipendio per ripagare i debiti – consente di fotografare la situazione nelle 108 province italiane. In regione, se Trieste mostra il miglior equilibrio tra debito e reddito, a Gorizia e Pordenone emerge una crescente dipendenza dal credito. Un sintomo di fiducia, ma pure di vulnerabilità in caso di nuove pressioni sui bilanci familiari.
La situazione in regione
A livello nazionale, a fronte di un’esposizione media di 31.637 euro e di un rapporto tra debito residuo e retribuzione annuale del 79,8%, un lavoratore dovrebbe accantonare 17,4 mensilità per cancellare i propri debiti.
Il Fvg si colloca sopra quel dato, segno di un indebitamento più elevato, ma in un contesto di redditi superiori. La provincia di Trieste guida la classifica regionale: occorrono 18,8 mensilità di stipendio per azzerare l’indebitamento medio, pari a 37.509 euro.
La quota di popolazione con almeno un credito attivo si ferma al 56,7%, poco sotto la media nazionale (59,6%). Il rapporto tra debito residuo e stipendio annuale si attesta all’82%, percentuale più alta del 79,8% italiano, ma inferiore a quello delle altre province del Fvg.
In provincia di Udine, dove la quota di popolazione con crediti attivi è del 56,8%, in linea con quella triestina, servirebbero invece 20,6 mensilità per estinguere i debiti, con un’esposizione media di 37.543 euro e un rapporto debito/reddito del 90,1%.
Il caso Gorizia
Nelle altre due province, l’indebitamento interessa una platea più ampia, superiore al 60% delle famiglie. A Pordenone (debito medio di 36.995 euro) servono 19,5 mensilità per estinguere quanto dovuto alle banche, mentre la percentuale di popolazione con crediti attivi è del 61,8%.
Gorizia è la provincia più “sbilanciata” in rapporto agli stipendi: con 20,1 mensilità necessarie e un debito medio di 34.362 euro, il peso del debito sul reddito raggiunge il 97,7%, il valore più alto del Fvg. Nell’isontino in sostanza, più di nove cittadini su dieci, in termini di reddito annuale, hanno un’esposizione finanziaria equivalente al proprio stipendio lordo.
Il costo della vita
«L’indagine conferma che nella nostra regione il ricorso al credito è in crescita, con punte più critiche a Gorizia, dove il debito medio equivale quasi al reddito annuale – commenta Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi Fvg –. Un segnale di fiducia nel credito, ma anche di fragilità dei bilanci familiari in una fase di prezzi elevati e salari stagnanti».
In un contesto in cui «le retribuzioni reali restano inferiori ai livelli pre-pandemia e, secondo l’Istat, nel 2024 la crescita nominale dei salari (+2,7%) è stata di fatto erosa dal costo della vita – aggiunge Puschiasis –, il maggiore ricorso ai finanziamenti può essere spiegato non solo da un temporaneo calo dei tassi d’interesse legato alle politiche espansive della Bce, ma anche dal bisogno di mantenere il tenore di vita in presenza di rincari continui. Il Fvg, dove i prezzi stanno aumentando più della media nazionale, mostra come il credito sia sempre più spesso uno strumento di compensazione e non di investimento».
Il resto d’Italia
Nel complesso, la regione si colloca in una posizione intermedia nel panorama nazionale: non tra i territori più indebitati d’Italia – come le province di Prato, Grosseto e Rimini, dove si superano le 27-29 mensilità – ma neppure tra i più “leggeri” come Frosinone o Biella, dove ne bastano 13.
Il dato Fvg va letto anche alla luce del contesto macroeconomico. In Italia, il ricorso al credito continua a crescere: a giugno 2025 il 59,6% degli italiani aveva almeno un prestito o un mutuo in corso, con un aumento del 13,1% in un anno.
Secondo Angelo D’Adamo, presidente di Federconsumatori Fvg, «indicatori come la riduzione dei consumi alimentari e l’aumento dei prezzi nel “carrello della spesa” confermano il disagio economico. Detto che, per comprendere meglio la situazione reale, servirebbero informazioni sul livello di insolvenza, cioè sulla capacità o meno dei cittadini di restituire i prestiti, il confronto tra l’Italia e il resto d’Europa rimane fondamentale: il nostro Paese, infatti, tende a indebitarsi meno rispetto ad altri Stati dell’area euro, forse perché manca fiducia nel futuro o perché la capacità di reddito è più bassa».
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