Dall’esordio con Maria Giovanna Elmi agli aneddoti di Miani, il cordoglio dal Friuli Venezia Giulia a Pippo Baudo
L’ultimo abbraccio a pordenonelegge 2019: ecco i ricordi dei nostri vip

Lo scatto rivela l’attimo: Pippo Baudo che abbraccia virtualmente il pubblico di pordenonelegge 2019 dal palco del Verdi con a fianco la curatrice Valentina Gasparet all’inaugurazione del festival della letteratura per il ventennale. Fu la sua ultima apparizione friul-giuliana.
«Baudo accettò il nostro invito per raccontare il libro “Ecco a voi. Una storia italiana” — ricorda Gasparet — scritto con Paolo Conti. Ed è impossibile rimuovere lo sguardo su quella platea impazzita appena entrammo sul proscenio che testimoniò, con un’ovazione, l’affetto per Pippo. E lui ricambiò sia prima della serata condotta da Aldo Grasso, sia alla fine per il “firma copie”. Compresi, osservandolo, quanto ci tenesse a ripagare con un’attenzione seppur di pochi minuti chi lo sosteneva ogni sera dal divano di casa».
Torniamo indietro giusto il tempo di fermarci al 1972 in compagnia di Maria Giovanna Elmi. «Fui assunta in Rai nel 1974 — ricorda la fatina ormai tarvisiana autentica — ma nel ’72 mi chiamò Pippo Baudo. Mi disse che aveva una mezza idea divertente per uno sketch a “Canzonissima” con le signorine buonasera Cannuli e Vaudetti. Io ancora non lo ero. Ci sedemmo a tavola e con la stessa bella pronuncia degli annunci serali leggemmo il menu: “Questa sera abbiamo zucchine trifolate come primo, mentre il secondo prevede pollo arrosto con le patate”, adesso invento.
Fra l’altro “techetechetè” la passa spesso quella scenetta. Pippo? Uno che non mollava mai. Nemmeno quella volta che si sentì male: era pallido come un cencio. In qualche modo lo rimisero in piedi e lui continuò a lavorare senza badare a chi gli consigliava di andarsene a casa».
In questo gioco del tempo, adesso siamo nel 1985 al trentacinquesimo festival di Sanremo, il secondo consecutivo presentato da Baudo. Vinsero i Ricchi e Poveri con “Se m’innamoro”, una vittoria scontata. Tra le “Nuove Proposte”, insieme con Cristiano De Andrè e Antonella Ruggiero, ci stava il ventitreenne udinese Miani, il nome Giovanni fu fatto sparire. Arrivò secondo dietro Cinzia Corrado con il brano “Me ne andrò”. «Devo dire che Baudo mi lanciò ben prima dell’Ariston e precisamente a “Domenica in” nel 1984 coinvolgendomi per una gara canora all’interno del contenitore domenicale con vista su Saint Vincent. Pippo conosceva bene la mia casa discografica di allora, eravamo come in famiglia. Per me Baudo divenne una specie di zio. Vide in me quello che altri non riuscirono a vedere, la verità nuda e cruda è questa».
Nel 1989 andò in onda “Uno su cento”. Elmi: «Era un programma su Raitre. Baudo tornò a casa dopo l’avventura di Mediaset e la Rai lo fece ricominciare dal tre. Una trasmissione fra intrattenimento e sondaggio. Alla fine, dopo dodici puntate, dieci furono i personaggi più votati dagli italiani. Otto uomini e due donne: io e la Loretta Goggi. Pippo lo amavamo tutti perché rilasciava allegria e simpatia».
Torniamo a pordenonelegge 2019. «Raccontava con un certo orgoglio — rivela Gasparet — di quando si ritrovò a Trieste nell’ottobre 1954 durante la festa del ritorno della città all’Italia. “Mi fermai davanti a una vetrina di un negozio che vendeva i primi televisori e pensai: ecco, un giorno là dentro vorrei lavorare”. Baudo fu l’unico presentatore della Tv a intervistare Pier Paolo Pasolini, noto accusatore del mezzo. “L’ho fatta venire a casa mia — disse il poeta al giovane Baudo — perché lei è molto amato da mia mamma Susanna”».
«Con la scomparsa di Pippo Baudo il nostro Paese perde un protagonista assoluto della televisione e della cultura popolare», scrive Sandra Savino, sottosegretario all’Economia e alle Finanze. «L’eleganza, l’ironia e la capacità di raccontare il suo tempo resteranno per sempre un patrimonio collettivo».
Anche Elisa e Alice, due voci della nostra regione, si uniscono al pensiero popolare. «Addio Pippo Baudo — posta Alice — buon viaggio verso la meta suprema». La cantante monfalconese sblocca un ricordo alla fine dei Novanta. «Ci incontrammo per la prima volta al “Premio della Musica” e già allora compresi che dietro il suo sorriso c’era un mondo intero fatto di passione e di generosità che ti faceva sentire importante anche se eri solamente all’inizio della tua storia».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto