Il monito di don Ciotti: «Le mafie sono in aumento al Nord. E in Friuli Venezia Giulia molti non denunciano»

L’intervento prima dello spettacolo organizzato al teatro Rossetti di Trieste per sensibilizzare gli studenti

Emily Menguzzato
Don Ciotti al Rosseti di Trieste. Foto e video Silvano
Don Ciotti al Rosseti di Trieste. Foto e video Silvano

Non si stanca di ripeterlo da oltre trent’anni e lo ha ribadito lunedì mattina, al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, di fronte a una platea di 2.300 studenti delle scuole secondarie della città.

«Le mafie sono anche al Nord»,

ha detto a gran voce don Luigi Ciotti, presidente e fondatore dell’associazione nazionale “Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie”.

Il presbitero ha introdotto lo spettacolo di danza e prosa “Mafia: il mondo parallelo”, organizzato dalla Prefettura di Trieste in collaborazione con l’Ufficio Scolastico territoriale di Trieste e con il supporto della Regione Fvg, del Comune di Trieste, della Direzione investigativa antimafia (Dia) e delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani sui temi della lotta alla criminalità organizzata.

«Nel 2024 in Friuli Venezia Giulia i reati sono aumentati rispetto al 2023 ‒ ha continuato don Ciotti citando i dati dell’Osservatorio regionale antimafia ‒. Sono stati 7.951 i reati commessi accertati, 191 le estorsioni, 16 gli episodi di riciclaggio, 7.313 le frodi informatiche e 430 i delitti informatici. Ma pensate: c’è solo una denuncia di usura in tutta la regione, significa che molti non denunciano».

Sul palco del Rossetti inscena "Mafia: il mondo parallelo"

Don Ciotti ha raccontato di quando incontrò il giudice Giovanni Falcone a Gorizia nel 1992, durante un incontro dedicato alle dipendenze. Pochi mesi dopo si ritrovò in Sicilia per un corso di formazione, proprio durante la strage di Capaci, nella quale il giudice Falcone perse la vita, e ritrovandosi poi a Palermo nei giorni della strage di via D’Amelio, fatale invece per il magistrato Paolo Borsellino. Il sacerdote ha invitato quindi gli studenti a cogliere i segnali che si possono incontrare lungo il proprio percorso, come avvenne per lui, e che possono cambiare la vita: «Dobbiamo lottare insieme contro le forme di illegalità. La lotta inizia dalla voglia di conoscere, di non fermarsi in superficie o a informazioni di “seconda mano”».

Infine, don Ciotti ha sottolineato come nella percezione degli italiani, secondo i sondaggi, ci sia “meno sangue” e ci siano meno attentati, e questo “normalizzi” l’idea di crimine.

«Dobbiamo invece prendere coscienza che il problema c’è e che ci sono nuove alleanze: le imprese mafiose hanno creato modalità per camminare a braccetto con imprese che mafiose non sono. Le mafie, insomma, si adattano ai cambiamenti e sono transnazionali. Ecco allora che il teatro e la cultura possono dare la sveglia alle coscienze e ci invitano a non dimenticarci che la memoria è anche impegno»,

ha aggiunto.

Don Ciotti e l'allarme sui reati in Fvg

Terminato l’intervento introduttivo, è andato in scena lo spettacolo “Mafia: il mondo parallelo”, che ripercorre diversi eventi della storia della mafia e dell’antimafia in Italia. L’ideatrice del progetto è la regista Valeria Vallone che ha scelto un linguaggio emozionale tipico del teatro di Pina Bausch, ispirato a più forme d’arte e basato sui movimenti del corpo, sulle espressioni del volto e sull’uso della voce. La colonna sonora, invece, è curata dal maestro Luca Velletri e utilizza diverse forme sonore originali che vanno dal canto al parlato.

Presenti all’evento Pietro Signoriello, prefetto di Trieste, Pierpaolo Roberti, assessore regionale alle Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione, la vicesindaca di Trieste Serena Tonel e Valeria Antezza, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale. —

 

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