Metsola: «Dalla voce del Nord Est un contributo cruciale all’integrazione territoriale europea»
L’intervento del presidente del Parlamento Europeo: noi sempre in prima linea nel difendere il giornalismo indipendente per garantire una democrazia forte in Europa

In un mondo sempre più pericoloso e instabile, ci chiediamo se le nostre democrazie siano sufficientemente forti per rispondere a tutte le sfide del nostro tempo.
Quando si tratta di difendere valori europei come la libertà, lo stato di diritto e la solidarietà la responsabilità è di tutti.
Il nostro compito deve essere quello di avvicinare le istituzioni ai cittadini e questo non è possibile senza l’informazione.
Il compito dei cittadini è quello di eleggere chi li rappresenta al Parlamento europeo e di decidere chi siede al Consiglio europeo. Per esercitare il loro ruolo di elettori devono poter scegliere gli elementi per sviluppare un pensiero critico ed essere ben informati.
Progetti editoriali come “la Voce del Nord Est” danno un contributo cruciale all’integrazione territoriale europea fornendo ai cittadini fonti di informazione serie e autorevoli che guardano oltre i confini nazionali.
Soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo 9 giugno 2024, è essenziale che si parli di quello che accade all’interno delle Istituzioni europee, dove si prendono decisioni che toccano la vita di tutti noi, ed è parimenti fondamentale che la cronaca e le istanze di un territorio importante come il nord est d’Italia siano conosciute a Bruxelles.
Ma come possiamo far sì che, nell’era digitale, informazione, legislazione, diritti, tecnologia e politica possano convergere in modo equilibrato e dar forma a un ecosistema che sia allo stesso tempo corretto, sicuro e competitivo? Gli ostacoli da superare non sono pochi.
L'informazione influenza le percezioni, le opinioni e le decisioni di tutti, e quando viene usata in modo improprio prende un altro nome: disinformazione.
La disinformazione può essere antica come le nostre montagne, ma gli strumenti tecnologici dell'intelligenza artificiale e dei social network le conferiscono una portata senza precedenti.
Sta colpendo le nostre democrazie e le nostre società liberali dagli anni Duemila e gli sforzi maligni per colpire e manipolare l'opinione pubblica europea continuano ad essere un pericolo assoluto.
Questo pericolo è tanto più grande perché è amplificato da rivalità geopolitiche che sono in aumento. Stati come la Russia e l'Iran che sono tutt'altro che dei campioni di virtù democratiche non si fanno problemi a soffiare sulla brace della polarizzazione delle nostre società e della nostra scena politica.
L'obiettivo è sempre lo stesso: denigrare le democrazie. Il metodo è costante: seminare il dubbio che a lungo andare può trasformarsi in un panico incontrollabile.
Oggi più che mai, dobbiamo prendere le misure necessarie e armarci per combattere contro questa offensiva. Ma la lotta alla disinformazione non significa reprimere la libertà di stampa, né tanto meno sindacare il libero pensiero dei cittadini europei.
Il Parlamento europeo è stato sempre in prima linea nel difendere il giornalismo indipendente per garantire una democrazia forte in Europa. Abbiamo presentato il Media Freedom Act, la legge europea per proteggere l'indipendenza dei media nell'UE e stiamo attualmente promuovendo una legge europea anti-SLAPP per fornire ulteriore protezione ai giornalisti. Questi sviluppi sono essenziali per un’informazione libera e corretta.
La manipolazione deliberata delle informazioni è diventata un fenomeno diffuso anche sui social media. Molto recenti sono i casi di fake news che riportano vecchie immagini riproposte di conflitti armati che non riguardano il conflitto in atto o filmati militari che in realtà hanno avuto origine da videogiochi. È significativo che sei notizie su dieci condivise sui social media non siano state nemmeno lette dall'utente che le ha condivise. Anche i giovani esperti di digitale hanno difficoltà a riconoscere le notizie manipolate. Circa l'85% degli europei vede le "fake news" come un problema nel proprio Paese e l'83% le considera un problema per la democrazia in generale.
Le nuove tecnologie, come l'Intelligenza Artificiale, si stanno sviluppando ad un ritmo senza precedenti. La nostra sfida, a tutti i livelli, è tenere il passo ma allo stesso difendere gli utenti. A livello europeo, abbiamo presentato le leggi sul mercato e sui servizi digitali, che stabiliscono nuovi parametri di riferimento chiedendo conto ai fornitori di questi servizi.
L’era digitale ha indubbiamente aperto a nuove opportunità, ma non dobbiamo trascurare i potenziali impatti sulla sicurezza collettiva. Per questo abbiamo dato vita all'AI Act, il regolamento Ue per l'Intelligenza artificiale. Si tratta del primo documento al mondo pensato per imporre alle tecnologie il rispetto delle leggi Ue e dei valori fondamentali e per combattere la discriminazione digitale. Questo ci permetterà di definire gli standard globali per gli anni a venire.
Andando avanti, avremo bisogno di confini e limiti chiari e costanti per l'intelligenza artificiale. E qui c'è una cosa su cui non scenderemo a compromessi. Ogni volta che la tecnologia avanza, deve andare di pari passo con i nostri diritti fondamentali e valori democratici.
Inoltre stiamo raddoppiando la transizione digitale ma è molto importante che in questa transizione nessuno rimanga indietro.
Dobbiamo anche garantire che le nostre industrie, le nostre imprese abbiano gli strumenti necessari per stimolare una crescita economica sostenibile e creare nuovi posti di lavoro per guidare la rivoluzione industriale e tecnologica di domani.
Il mondo sta cambiando e l'Europa deve adattarsi e cambiare con esso senza perdere la sua identità.
La voce dell’Europa è la voce dei suoi cittadini. Ed è importante tanto all’interno dei suoi confini quanto in Medio Oriente e in Ucraina. Perché l'Europa ha imparato a superare l'insormontabile ed è stata in grado di trovare la via per la pace.
Costruiamo insieme un'Europa più forte.
Roberta Metsola
Presidente del Parlamento Europeo
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