Le scuole paritarie mettono a disposizione il 42 per cento dei posti dell’Infanzia
Molinaro, il presidente regionale della Fism, spiega il cambio di rotta: «La parità torna a essere centrale, dallo Stato il 30% in più di fondi»

Il 42 per cento dei posti disponibili nelle scuole dell’infanzia della regione viene garantito dagli istituti paritari.
La stragrande maggioranza ha una o più sessioni di asilo nido. Iscritte alla Federazione italiane scuole materne (Fism), le scuole paritarie offrono una risposta alle famiglia e anche per questo motivo, al momento, non risentono degli effetti della denatalità.
«Anche per il prossimo anno abbiamo mantenuto gli iscritti. Neppure ai tempi della pandemia le nostre scuole hanno perso iscritti» conferma il presidente regionale e della provincia di Udine della Fism, il già assessore regionale Roberto Molinaro, ricordando i 3 mila iscritti alle materne e le centinaia – se ne contano 350 solo negli istituti delle provincia di Udine – di bambini da zero a tre anni presenti nelle sezioni nido.
Il presidente si sofferma sul binomio infanzia-nido rafforzato dal progetto “Il villaggio educante” giunto al penultimo anno di attività e finalizzato all’integrazione dei servizi per i bambini da zero a sei anni.
In quest’ottica, a settembre, apriranno le sezioni nido nelle scuole dell’infanzia di Paularo, Artegna e a Povoletto, nella frazione di Salt. «Ci stiamo impegnando su questo fronte – spiega Molinaro – perché c’è molta richiesta sia di asili nido sia di scuole dell’infanzia».
E nel definire «ottima» l’interlocuzione con la Regione, il presidente regionale della Fism ricorda che l’assessore Rosolen considera «il 42 per cento dei posti delle scuole dell’infanzia paritarie una risorsa».
Basti pensare che la Fism ha strappato all’Ufficio scolastico regionale (Usr) l’impegno a non attivare scuole statali nei comuni dove sono presenti le sezioni delle scuole paritarie.
«Siamo sulla strada buona – continua Molinaro –, l’interlocuzione a livello nazionale ha portato all’aumento dei contributi statali». I numeri e i servizi offerti, infatti, hanno fatto fare un balzo in avanti alle scuole paritarie, soprattutto in termini di riconoscimento nazionale, basti pensare che le scuole Fism del Friuli Venezia Giulia, quest’anno, hanno ottenuto un aumento di fondi statali pari al 30 per cento.
Complessivamente il Governo ha messo a disposizione 90 milioni di euro. Dalla Regione, invece, hanno ricevuto 1,3 milioni di euro, ai quali vanno sommati 25 mila euro per la formazione del personale e 5 mila euro per ogni scuola materna paritaria situata nei comuni con meno di due mila abitanti. Molinaro fa un discorso di qualità e soprattutto di parità, l’obiettivo su cui, il prossimo 18 maggio, si focalizzerà anche la Fism nazionale per festeggiare i suoi primi 50 anni di attività.
E se qualche mese fa gli aumenti delle spese generali avevano creato qualche preoccupazione sul mantenimento delle rette, ora l’auspicio è che i rincari dell’energia si stiano assestando anche perché l’attenzione è tutta rivolta alla produzione e all’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili.
Dopodiché, «la strategia per contenere i costi – conclude il presidente regionale della Fism – è cercare di fare in modo che le scuole lavorino in gruppo. Riusciamo ad abbattere le rette grazie ai contributi regionali e alle relazioni che manteniamo con Comuni».
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