I palloncini bianchi, la bara portata da mamma e papà: l’addio a Carlo, morto in mare a 6 anni
Folla di amici e conoscenti a Roncade per l’addio al bimbo di sei anni annegato a Cavallino Treporti. Il parroco: «Carlo, la città splende meno senza di te. Genitori, insegnanti, educatori e capi scout sono esposti a grandi rischi. Si impegnano con tutti loro stessi, ma non sono perfetti»

Roncade ha vissuto mercoledì 20 agosto una mattinata di profonda commozione per i funerali di Carlo Panizzo, il bambino di sei anni annegato in mare a Cavallino.
In centinaia si sono radunati sul sagrato della chiesa parrocchiale per accompagnare il feretro, una piccola bara bianca portata all’altare dai genitori, Danuta Kalaris e Fabio Panizzo, seguiti da un corteo di amici, conoscenti e da quanti in questi giorni hanno espresso vicinanza alla famiglia.

Durante l’omelia, don Marcello Miele ha invitato a riflettere sul valore e sulle responsabilità dell’educazione, ricordando l’impegno quotidiano di genitori, insegnanti ed educatori: «Carlo, la città splende meno senza di te. Chi cresce i bambini permette loro di giocare ed esprimersi, ma questo comporta anche dei rischi per cui non esistono assicurazioni».
Visibilmente commosso, papà Fabio ha preso la parola per ringraziare quanti hanno sostenuto la famiglia in queste giornate di dolore: «Grazie a tutta la gente che ci ha fatto sentire la propria vicinanza: questa umanità ci è di conforto. Carletto conosceva l’amore incondizionato, non quello dei social. Non piangete: soffre nel vederci tristi».
Il saluto di Roncade al piccolo Carlo







Presenti anche le maestre della scuola di San Cipriano, che hanno ricordato l’entusiasmo e la curiosità con cui Carlo ha vissuto i tre anni passati tra i banchi: «La tua gioia era contagiosa».

La cerimonia si è conclusa con il lancio di palloncini bianchi, ognuno accompagnato da un messaggio per il piccolo: «Carletto sarebbe orgoglioso di vedere tante persone qui oggi – è stato detto –. Ha lasciato un segno importante in questa breve vita eterna, la sua mancanza è un vuoto che non si può colmare».
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