Il Friuli scende in piazza per la Flotilla: manifestazioni a Udine e a Pordenone
Oltre 400 persone hanno aderito all’iniziativa fuori dallo stadio Friuli, da dove è arrivato l’invito a «disertare la partita Italia-Israele, un evento che legittima un genocidio». In serata in centinaia hanno partecipato ai raduni davanti agli ospedali delle due città

Mentre l’Italia insorge, Udine e Pordenone incalzano. Non restano certo a guardare. Non l’hanno fatto in questi mesi in cui a perdere la vita son stati migliaia di innocenti. E non l’hanno fatto nemmeno giovedì 2 ottobre, con il viaggio della Global Sumud Flotilla interrotto, in acque internazionali, da Israele. Che ha definito l’iniziativa, attraverso il suo ministero degli Esteri, una mera «provocazione».
Anche Udine e Pordenone scendono in piazza per la Flotilla












A Udine
Non volevano provocare, i manifestanti ritrovatisi ieri sera, per esempio, fuori dallo stadio Friuli, bensì forzare una mano che spinge, sempre di più, verso la condanna a Benjamin Netanyahu.

Verso l’annullamento del match fra Italia e Israele del prossimo 14 ottobre in programma proprio sul manto erboso di piazzale Argentina. Su quella piazza, le bandiere della Palestina han garrito svettando su un cielo terso, mosse dal vento della protesta: 400 le persone che si sono ritrovate lungo la discesa d’ingresso delle corriere allo stadio, lato curva Nord. Presenti giovani, anche giovanissimi, e adulti, i volti distesi, gli sguardi però decisi. A svettare, fra loro tutti, uno striscione: «Dalle piazze agli stadi, blocchiamo tutto».

E in effetti qualche disagio c’è stato, anche per i giocatori dell’Udinese reduci dall’allenamento pomeridiano, rimasti imbottigliati nella zona dello stadio. L’esempio lo dà un ragazzo, la sua voce rafforzata da un megafono: «Abbiamo scelto questo luogo simbolo e il motivo è chiaro. Si è fermata una missione umanitaria con un atto di pirateria compiuto in acque internazionali. La nostra città ospita una Nazionale composta da giocatori che sostengono il genocidio di Israele. Questa partita non si deve giocare» . Applausi generali. Poi il grido, «Palestina libera», ripetuto una, due, idealmente tante volte quanti sono i civili che fin qui hanno perso la vita lungo la striscia di Gaza.
Passaggio del testimone, altre parole che, via megafono, infiammano l’audience accorsa. «Alle istituzioni chiediamo che blocchino il genocidio, che si espongano e sostengano in maniera inequivocabile sostegno al popolo palestinese. Boicottiamo la partita. Considerare la partita un trampolino per il turismo vuol dire assecondare il genocidio».
Ci si organizza quindi per tappezzare il cancello d’ingresso allo stadio di cartellini rossi. Sulla rampa, vernice rossa a lasciare incisi i messaggi principali gridati, tutt’attorno, a gran voce.
In serata la manifestazione fuori dall’ospedale Santa Maria della Misericordia, con centinaia di operatori sanitari a testimoniare la vicinanza a Gaza con torce, lumini, candele.
A Pordenone
A Pordenone sono state due le manifestazioni pro Palestina. La prima, nel tardo pomeriggio, si è svolta in piazzetta Cavour, nel cuore della città: a promuoverla il Comitato per la Palestina di Pordenone guidato da Amer Hasan, docente che è anche il portavoce della comunità palestinese in Friuli Venezia Giulia.
All’iniziativa hanno aderito diverse sigle. Presenti circa 250 persone: non si sono registrati momenti di tensione. Bandiere della Palestina e della pace, cartelli che inneggiavano alla Flotilla e decine di barchette di carta, con i colori della Palestina, adagiate a terra. L’obiettivo del presidio era «cercare di fare pressione dal basso nei confronti delle istituzioni – ha spiegato Hasan prima dell’inizio della manifestazione –, sensibilizzando la popolazione su quella che è la tragedia palestinese».
Lo stesso docente ha aperto gli interventi. «Siamo qui – ha detto – perché hanno fermato la Flottilla, che doveva liberare Gaza da un assedio che dura da vent’anni. Questa volta, dopo i tentativi degli ultimi mesi e ancora prima degli scorsi anni, 50 navi sono arrivate a una distanza mai raggiunta prima. Israele continua a violare il diritto internazionale». «Ci appelliamo – ha aggiunto Hasan – alla società civile e alle istituzioni: facciamo pressione dal basso per sensibilizzare l’opinione pubblica. Sono già state sfollate 700 mila persone».

In serata, invece, fuori dagli ospedali di Pordenone e San Vito al Tagliamento, si sono tenuti i flash mob organizzati dalla rete nazionale DigiunoGaza “Luci sulla Palestina: 100 ospedali per Gaza”: circa 150 i presenti. Una manifestazione realizzata in contemporanea in tutta Italia, durante la quale sono stati letti i nomi dei «1.677 operatori sanitari uccisi a Gaza sono negli ultimi due anni», hanno detto i promotori del presidio, che hanno chiesto «pace e giustizia per la Palestina».
Trasporti in sciopero e possibili ripercussioni sulla scuola, oggi, anche nel Friuli occidentale. I docenti del liceo Grigoletti di Pordenone hanno organizzato una giornata di solidarietà per Gaza e per tutte le vittime delle guerre.
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