Dallo sbarco sulla luna alla pandemia, Fartade: «Seminare bufale ormai è una moda ma noi possiamo smontarle»
Adrian Fartade, youtuber con oltre 400 mila followers, esperto di astronomia, laurea in filosofia, scrittore e storico, che sarà ospite oggi del Fake News festival di Udine alle 20.30 al Visionario: «L’uomo è predisposto a essere ingannato»

Infodemia e fake news: fenomeni governabili, ci sono gli strumenti per orientarsi in sicurezza negli universi di bulimia di informazioni, bufale e fonti inaffidabili.
A dirlo, soprattutto alle nuove generazioni senza escludere adulti e maturi, è Adrian Fartade, youtuber con oltre 400 mila followers, esperto di astronomia, laurea in filosofia, scrittore e storico, che sarà ospite oggi del Fake News festival di Udine alle 20.30 al Visionario. Col divulgatore scientifico trans-generazionale, dal linguaggio chiaro, nonostante i temi complessi, in particolare quando si tratta di astronomia e nuove frontiere verso altri sistemi e mondi, dialogherà il giornalista Nicola Angeli.
Piatto forte dell’incontro la frottola “intergalattica” che gira dal 1974 del complotto lunare, secondo la quale l’uomo non è mai stato sulla luna, panzana che il divulgatore di origine rumena e naturalizzato italiano ha smontato nel docu-film “Infodemic - Il virus siamo noi” del 2021 che sarà proiettato nell’incontro.
«L’essere umano è predisposto a essere ingannato, non c’è niente di male, basta rendersene conto e capire l’errore – spiega Fartade –. Le fake news sono sempre esistite e sono il frutto di condizionamenti culturali e sociali, servono per affermare una certa visione del mondo, esercitare un potere».
Un esempio di super-balla?
«Dalla preistoria la divisione uomo cacciatore e donna raccoglitrice che ha assegnato alle femmine un ruolo subalterno o ancora il concetto di verginità quale valore morale oltre la biologia. Di fatto ha permesso ai maschi di disporre dei corpi delle donne. Di secolo in secolo si arriva all’età moderna. Professioniste astronaute sono una conquista recente, prima il gentil sesso era ritenuto inadatto, senza che vi fossero evidenze scientifiche. La lista è lunga».
Dove nascono le fake news?
«Contrariamente a quanto si pensi non nascono sui social ma dal sentito dire e poi arrivano on line. Per evitare di esserne vittime, attenti alle semplificazioni, sempre verificare l’attendibilità delle fonti. È noioso e faticoso ma essenziale e, nel dubbio, sempre incrociare le notizie. Soprattutto se si ha un ruolo pubblico come politici, commentatori, chi va in tv e su altri media e si rivolge quindi a un pubblico vasto».
Nel 2025 l’uomo tornerà sulla luna.
«Tornare sulla luna deve ispirare le nuove generazioni e la politica deve crederci. L’Italia, in particolare le regioni del Triveneto, sono presenti con parti componentistiche nel progetto ma assieme all’Europa si può fare di più. Esserne fuori sarebbe ritornare agli anni ’70 senza computer. Ai giovani dico fate sentire la voce, sempre di più, il futuro è oggi! Siamo destinati a diventare una specie interplanetaria».
Quale la bufala più grande del dopo pandemia?
«Ce ne sono varie e anche pericolose. Dire che il cambiamento climatico non esiste. Incoscienza dannosa è credere che, riconoscendo l’evidenza dei fenomeni, prima o poi qualcosa accadrà a risolvere il problema. Sono solo alibi per continuare a sfruttare la terra senza pensare al futuro. Ancora che i virus e batteri non esistono. La pandemia ha lasciato sfiducia nella scienza e nelle istituzioni. Su questo bisogna lavorare soprattutto educando le nuove generazioni”.
Come si immagina fra 10 anni, nello spazio?
«Credo che il destino dell’umanità sia cercare nuovi mondi. Come studioso di astronomia, storico soprattutto curioso, mi piacerebbe l’esperienza per poi tornare sulla terra e osservare l’universo da qui».
Le hanno già detto che ricorda Julian Assange?
«Da quando ho i capelli bianchi succede: spero di non finire come lui».
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