Tra documenti programmatici e ipotesi rimpasto, cosa farà ora la maggioranza in Friuli Venezia Giulia
In mattinata il presidente vedrà i segretari dei partiti di maggioranza per ritrovare compattezza. Al lavoro per rilanciare il governo della Regione dopo l’incontro con Giorgia Meloni

Si parlano, si capiscono, andranno avanti assieme. Massimiliano Fedriga e Giorgia Meloni concordano a Palazzo Chigi, all’ora di pranzo, una via d’uscita dalla crisi politica del Friuli Venezia Giulia. La legislatura va portata a scadenza naturale, e lo si potrà fare rilanciando l’azione dell’amministrazione regionale, con il punto di riferimento di un documento programmatico da redigere in tempi brevi.
Il presidente della Regione, chiedendo lealtà agli alleati, lo ribadirà a Trieste, dove alle dieci e mezza, in piazza Unità, è convocato un vertice dei segretari del centrodestra. La crisi scatenata dalle dichiarazioni del ministro Luca Ciriani sulla sanità pordenonese sta per rientrare? Il cielo è più sereno di prima, anche se non sono arrivate né promesse sul terzo mandato, né critiche pubbliche della premier a Ciriani (come potevano esserci?) e non è escluso che Forza Italia, che con Riccardo Riccardi gestisce la delega alla Sanità, riproponga l’ipotesi rimpasto.
Il faccia a faccia
Partito con molti pensieri da Ronchi in tarda mattinata, Fedriga è uscito soddisfatto dal faccia a faccia con la presidente del Consiglio. «La volontà è questa, sia mia che anche del presidente Meloni», ha risposto ai giornalisti che, all’uscita, gli chiedevano se si può ricomporre la frattura in maggioranza. Il rapporto personale con Meloni è servito a mettere sul tavolo le difficoltà dei rapporti con la parte pordenonese di FdI, Ciriani in testa, ma anche a concordare una soluzione, quella per la quale il governatore aveva assicurato di lavorare.
La riunione di maggioranza
Per ritrovare compattezza, premesso che da Pordenone non dovranno più arrivare siluri, si tratta di puntare sul completamento dell’attività di governo. «Adesso la volontà è di rilanciare l’azione dell’amministrazione, penso molto apprezzata dai cittadini in questi anni, in cui si è vista una crescita importante della regione», ha spiegato Fedriga anticipando la riunione di maggioranza, convocata a stretto giro dal portavoce e responsabile della lista del presidente, Edoardo Petiziol, durante il pranzo in un’osteria romana.
Il documento
A Trieste, presenti anche i segretari della Lega Marco Dreosto, di FdI Walter Rizzetto, di Fi Sandra Savino, e per i centristi, di Angelo Compagnon, si inizieranno a porre le basi per un documento programmatico, che potrebbe tradursi in una mozione da portare in Consiglio, il pilastro su cui costruire la seconda metà della legislatura. Un modo anche per allontanare le tensioni e proseguire un’azione politica che, in aula, è stata sostanzialmente sempre condivisa. Già ieri Fedriga ha fatto capire che non c’è nessuna intenzione di accendere altri fuochi. Il problema è solo la polemica sull’ospedale di Pordenone o c’è dell’altro? «Io voglio risolvere i problemi e non alimentare polemiche. Quindi non voglio che ci sia dell’altro. Ma penso che il problema lo affronteremo in modo costruttivo».
Ipotesi rimpasto
Eventualmente, anche con un rimpasto. Non è escluso che oggi Fi ribadisca quanto Riccardi, assessore a Salute, Politiche sociali, Disabilità e Protezione civile, aveva comunicato venerdì in giunta, quando si è detto disponibile alla revisione delle sue deleghe.
Liste d’attesa
Nell’attesa di consolidare la situazione in Fvg, Fedriga, nei tre quarti d’ora di colloquio con Meloni, ha portato a casa un risultato da presidente della Conferenza delle Regioni. «Abbiamo trovato l’accordo sul decreto liste d’attesa e quindi penso che abbiamo fatto dei passi avanti importanti», le sue parole. Un accordo, precisa, «che prevede che i poteri sostitutivi devono avere dei parametri chiari per essere attuati e dei parametri chiari per l’uscita dei poteri sostitutivi perché le Regioni non vogliono trovarsi, come nel caso di disavanzo, dei commissari e dei commissariamenti che durano decenni e oltretutto non hanno, mi sembra, per nulla risolto la situazione». Quanto ai tempi di un decreto, Fedriga ha fatto sapere che la prossima settimana incontrerà il ministro Schillaci «così da poter stendere il testo dal punto di vista tecnico».
Il terzo mandato
Meloni, che nei giorni scorsi aveva dato segnali di apertura almeno a un confronto sul terzo mandato, non si è esposta. «L’ho detto più volte, io sono sempre favorevole quando scelgono i cittadini, dopodiché la limitazione dei mandati è data dalla volontà popolare per quanto mi riguarda», ha detto Fedriga a fine incontro. «Non abbiamo parlato di terzo mandato – ha aggiunto –, ho portato le risultanze del Festival delle Regioni alla premier». La convinzione, comunque, non cambia: «Penso che le Regioni a statuto speciale abbiano competenza esclusiva e la Corte costituzionale dirà di chi è la competenza per poter legiferare, per quanto riguarda le autonomie, sull’autogoverno».
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