Serracchiani entra al Cpr di Gradisca: «È fatiscente e va chiuso»

La deputata dem è arrivata a sorpresa, restando due ore nell’ex Polonio. Giudizio positivo su ente gestore e forze dell’ordine, non sulle condizioni del sito

Luigi Murciano
La parlamentare Debora Serracchiani con il sindaco Alessandro Pagotto dopo la visita al Cpr di Gradisca
La parlamentare Debora Serracchiani con il sindaco Alessandro Pagotto dopo la visita al Cpr di Gradisca

Visita a sorpresa della deputata Debora Serracchiani al Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca d’Isonzo. La responsabile Giustizia del Partito democratico ha trascorso oltre due ore all’interno della struttura ricavata nell’ex caserma Polonio. Un sopralluogo non annunciato, come previsto dalle prerogative parlamentari, per verificare le condizioni del Cpr gradiscano, a pochi giorni dalla visita ispettiva svolta nel contestato centro di Gjader, in Albania.

«A Gradisca ho trovato la conferma che i Cpr non sono una soluzione e vanno chiusi – ha dichiarato Serracchiani –. Non servono al fine della deterrenza, perché qui ci sono persone che vengono prelevate quando escono dal carcere, rinchiuse per 90 giorni e poi fatte uscire col foglio di espulsione, per ricominciare il giro. Oppure si tratta di persone trovate in giro per il nostro Paese senza documenti: sono la maggior parte».

Un nuovo corteo a Gradisca per dire “no” al Cpr
Il Cpr di Gradisca (Bumbaca)

Secondo la deputata, il meccanismo attuale produce storture evidenti: «Ho constatato che talvolta hanno pure una famiglia con figli che frequentano le nostre scuole, come un ragazzo nato e cresciuto in Italia ma tenuto giorni per sicurezza nel Cpr perché non ha potuto rinnovare il permesso di soggiorno. Se parliamo di delinquenti dovrebbero stare in carcere, ma queste sono strutture illegali per le condizioni di vita dei reclusi e per le condizioni di chi ci lavora».

Al termine della visita, la parlamentare ha incontrato anche il sindaco di Gradisca Alessandro Pagotto: gli ha riferito che all’interno del Cpr «oggi ci sono 75 persone provenienti pressoché tutte da fuori regione». Quanto alla gestione, Serracchiani afferma di aver ricevuto «un’impressione positiva» da ente gestore e forze dell’ordine. Ma non mancano le criticità. «La struttura è fatiscente, con molte stanze chiuse perché inagibili. Si dovrebbe intervenire al più presto ma non ho visto lavori. Posto che sarebbe una inutile e costosissima ristrutturazione».

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Un mezzo della Polizia pronto a intervenire durante una rivolta al Cpr

Il sindaco ha ringraziato la parlamentare per «mantenere alta l’attenzione sul tema», sottolineando che la città «ha scolpito negli anni una posizione granitica sul Cpr, con diversi atti ufficiali di diverse amministrazioni: queste strutture, non solo a Gradisca, vanno chiuse: non garantiscono alcuna soluzione al fenomeno migratorio. In queste strutture finisce solo una minima parte delle persone che transitano nel nostro Paese, e spesso neppure vengono rimpatriate. Una struttura-spot che gioca sulla pelle delle persone e le paure dei cittadini, oltre che sulle loro tasche. Un enorme e costoso carrozzone. Gradisca ha dato molto in questi anni, con grande spirito di sacrificio e senso di responsabilità, ma è ora di dire basta all’esperienza dei Cpr».

Sembra però profilarsi in realtà una nuova ristrutturazione del “carcere per stranieri” di Gradisca. Lo aveva confermato qualche giorno fa il prefetto di Gorizia Ester Fedullo in un incontro col sindacato di polizia Sap: pare lo Stato intenda ancora una volta mettere le mano al portafogli per riparare le telecamere inservibili, rifare gli impianti di illuminazione, di riscaldamento e raffreddamento quasi sempre malfunzionanti, e ovviamente per il ripristino delle camerate danneggiate durante le numerose rivolte. —

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