La Cisl del Fvg conferma Monticco: «La povertà cresce, impegno sui salari»
Il congresso si è concluso a Trieste con l’acclamazione del segretario: «Serve lavoro stabile e di qualità, anche con forme contrattuali nuove»

Con un consenso plebiscitario Alberto Monticco è stato riconfermato ai vertici della Cisl del Friuli Venezia Giulia, che mercoledì, a Trieste, ha chiuso i tre giorni di lavori congressuali. Per il segretario generale si apre così il terzo mandato (in carica dal maggio 2017), in una congiuntura socio-economica piena di incognite.
Quali le priorità, Monticco?
«Ci attendono molte sfide, che affronteremo con determinazione: sono onorato di poter rappresentare una Cisl coesa, vitale, propositiva e aperta ai cambiamenti. Stanno emergendo nuovi bisogni, dettati da un’epoca di incertezza: dobbiamo impegnarci a contrastare, attraverso il lavoro stabile e di qualità, il preoccupante incremento della povertà, che si sta insinuando pure nella nostra regione; è necessario immaginare e sperimentare inedite forme contrattuali e stringere alleanze anche con altri mondi, da quello artigiano a quello cooperativo, per rispondere alle sollecitazioni del mercato del lavoro. Serve un ripensamento complessivo del ruolo delle parti sociali».

Ha parlato di povertà: le possibili misure di contrasto?
«I dati sono preoccupanti: in Friuli Venezia Giulia quasi il 6% dei nuclei familiari versa in condizione di disagio, con un drammatico coinvolgimento dei minori, e la percentuale sale addirittura al 22,5% per le famiglie che registrano almeno cinque componenti. È il sintomo di una debolezza del lavoro, che non svolge il suo ruolo di fattore di tutela e di protezione sociale. Bisogna quindi rivedere le condizioni salariali, partendo da un’estensione della copertura contrattuale, e attivarsi per conciliare gli orari lavorativi».
Anche il tema della sicurezza sul lavoro e degli appalti è centrale, nelle sue linee guida.
«Assolutamente. Servono controlli e misure ancora più stringenti. Appalti e subappalti dovrebbero essere fortemente condizionati da alcune clausole sui bandi, che prevedano impegni precisi e aggiuntivi rispetto ai requisiti standard. Oggi le imprese che rappresentano la coda della filiera sono appesantite dalla burocrazia, mentre la “testa” viene lasciata libera di continuare a fare le sue scelte, spesso determinate solo da parametri economici».
Durante il congresso si è posto con forza l’accento sulle ripercussioni del calo demografico.
«I numeri parlano chiaro. Da oggi al 2039 il Friuli Venezia Giulia registrerà un saldo negativo di 144 mila persone: le stime per i prossimi 15 anni prospettano 98 mila lavoratori in meno. Il gap difficilmente potrà essere colmato, come avvenuto in passato, con l’ingresso degli immigrati: si dovranno trovare altre risposte».
Cosa pensa della crisi politica in corso in Regione?
«Esordisco con una battuta: personalmente ho ottenuto il terzo mandato, come concesso dai nostri regolamenti. In Regione la situazione è differente. Di certo quello che sta accadendo ci preoccupa. A fronte di 150 tavoli di crisi aperti, ingessare il Friuli Venezia Giulia nell’ingovernabilità è un grave rischio: l’eventuale blocco operativo determinato da una nuova campagna elettorale è l’ultima cosa della quale ha bisogno in questo momento una regione il cui governo, finora, ha dimostrato di saper gestire in maniera positiva il confronto con le parti sociali e i vari frangenti di difficoltà. Lo attestano i dati del mercato del lavoro, che non sono affatto male, per quanto tutto sia perfezionabile».
Centocinquanta teatri di crisi sono una cifra consistente.
«Alcune aziende stanno attraversando una fase transitoria; altre, come la Tirso di Muggia, rappresentano una grossa fonte di preoccupazione. Pure nel Pordenonese ci sono dei campanelli d’allarme: mi riferisco a Savio e all’Elecrolux. Le ultime notizie non ci fanno stare particolarmente tranquilli».
Circa il Porto di Trieste?
«È un’opportunità per l’intera Regione. Dovrebbe essere un volano per tutto il manifatturiero. È chiaro che quando si aprono e si chiudono certe gestioni si vive sempre un momento di passaggio, ma mi auguro che vi sia continuità operativa».
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