Lo strano caso del pesce volante avvistato nei rii a Venezia
L’esemplare ripreso in un video nei canali di Cannaregio, in pieno centro storico. Il biologo marino Mizzan (Museo di Storia naturale): «Ama le acque calde, raro trovarlo qui»

A Venezia era stato avvistato nel 2013 e nel 2018, al largo delle bocche di porto di San Nicolò: quasi mai così vicino al centro della città, mai all’interno di un rio. Si tratta del pesce volante, appartenente alla famiglia Exocoetidae, noto per la sua capacità di “volare” fuori dall’acqua: una presenza non certo comune in laguna, che ha infatti stupito chi è riuscito ad avvistarlo intento a librarsi fuori dall’acqua con le sue sviluppatissime pinne pettorali.
Schiaffeggiava la superficie e poi planava: normalmente vola per una cinquantina di metri, ma sfruttando le correnti può sfrecciare fino a 400 metri, toccando i 6 metri d’altezza e i 70 km orari.
In questo caso, l’esemplare, giallo vivace con striature arancio e marroni, era a filo d’acqua, accanto a una gondola, nel Rio de la Maddalena a Cannaregio.
Il fortunato avvistamento è stato lunedì 21 luglio del gondoliere e campione del remo Rudi Vignotto che ha girato un piccolo video poi postato su facebook. E da lì, tra i commenti, è scattata la corsa a identificare la specie.
Alcuni hanno ricordato che decenni fa, a loro memoria, non era così raro da incontrare in laguna. Ma cosa ci faceva in pieno centro a Venezia, in una gornata torrida? Lo abbiamo chiesto al biologo marino Luca Mizzan, responsabile del Museo di Storia Naturale di Venezia, fra i massimi esperti di biodiversità lagunare.
«La cosa più sorprendente è che si sia spinto fin dentro un rio della città» riflette Mizzan, «parliamo comunque di un pesce marino, che raramente entra in laguna: di solito viene avvistato lungo le coste o alle bocche di porto. Sono pesci tipici di acque calde, che abitano soprattutto il Mediterraneo e le zone tropicali e forse a causa del gran caldo si sono spinti fin qui, ma restano sempre in mare aperto, mai in laguna».
E ancora più raro è il suo movimento, impossibile da non notare: «Questi pesci, che di norma vivono nei pressi della superficie, hanno infatti sviluppato una singolare strategia di fuga dai predatori che spesso li attaccano dal basso: balzare fuori dall’acqua ricadendovi il più lontano possibile da dove ne erano usciti», dice Mizzan.
Alla fine di settembre del 2013 c’erano state alcune segnalazioni di pesci volanti alle bocche di porto e poi nella laguna. Nuovi avvistamenti lungo le coste venete, testimoniati da riprese video, risultano ancora nel novembre del 2018. Tutte le segnalazioni raccolte si riferiscono comunque ai mesi caldi o all’inizio di autunno, periodo in cui la temperatura dell’acqua raggiunge i valori massimi. E, anche le segnalazioni tra ottobre e novembre del 2018, sono caratterizzate da andamento termico insolitamente tiepido, con acque in laguna ancora a 17/18 °C.
«Si tratta infatti di specie provenienti dalle porzioni tropicali dell’Atlantico, per questo preferiscono acque con temperature superiori ai 20°C: vivono comunque sempre in prossimità della superficie per sfruttare al meglio la loro abilità nelle fughe aeree che compiono tanto di giorno quanto di notte, sia con mare calmo che mosso», conclude Minazzi. Purtroppo, a tutt’oggi, pur avendoli osservati in molti, nessun esemplare è stato catturato e portato al Museo, e la sua identificazione precisa può essere solo ipotizzata. «Se qualcuno dovesse pescarne uno, ci aiuti: lo porti da noi, così potremo identificarlo con certezza», è l’appello del biologo marino.
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