Paolo Urbani, l’uomo del Giro in Friuli Venezia Giulia: “È tutto pronto per accogliere la corsa rosa”

Il project manager dopo Enzo Cainero racconta la sfida organizzativa delle due tappe friulane. Tra strade sistemate, volontari da reclutare e comunità in festa, il Giro attraversa il cuore della regione.

Gabriele Foschiatti

In Friuli, c’è una persona per la quale l’imminente fine settimana rappresenta il momento apicale di tutta la stagione. L’evento per il quale sta lavorando da mesi, per non dire anni.

L’appuntamento clou che rappresenta il classico redde rationem di tutto l’impegno profuso in centinaia di riunioni, di migliaia di chilometri macinati su e giù per la Regione e per l’Italia. L’esame finale dal quale ottenere la laurea dopo l’investitura a succedere a Enzo Cainero nel ruolo di project manager delle tappe del Giro d’Italia a Nord est. Quella persona è Paolo Urbani. Sabato la corsa rosa arriverà a Gorizia e Nova Gorica, attraversando la Regione da sud ovest a est, tagliando orizzontalmente tutto il medio Friuli. Domenica mattina, il Giro ripartirà da Fiume Veneto alla volta delle Dolomiti e, per allora, tutto deve aver funzionato a puntino.

«Lo stato dell’arte è abbastanza positivo – spiega Urbani, intercettato al telefono, tra un impegno istituzionale e una riunione –: ormai tutti i tratti stradali interessati al passaggio della corsa e che necessitavano di manutenzione sono stati lavorati. Le asfaltature, laddove erano richieste, sono state effettuate. Ci tengo a ringraziare per tutto questo la Regione Friuli Venezia Giulia che ci ha messo a disposizione un congruo numero di milioni di euro (6,5 milioni, ndr), per far si che tutto sia calibrato a puntino, per permetterci di fare, come territorio, la miglior figura possibile. L’unico dettaglio sul quale stiamo ancora lavorando è il numero complessivo di volontari, che collaboreranno in tutte le necessità della corsa e in tutte le iniziative collaterali. Lo sciopero della Protezione Civile, alla quale, peraltro, va tutto il mio sostegno, a causa delle recenti vicissitudini, ci obbliga ad andare a cercare centinaia di persone in altri ambiti. Trattandosi di volontari, non è così semplice. Siamo comunque a buon punto, ce la mettiamo tutta e, di concerto con sindaci e assessori comunali, assieme alle forze dell’ordine, faremo in modo di preparare tutto come si deve, com’era già successo negli anni scorsi».

Come stanno rispondendo i territori, i cittadini, alle sollecitazioni colorate di rosa alle quali sono chiamati?

«I sindaci sono quasi tutti amministratori di territori che raramente sono stati attraversati dal Giro d’Italia, se non per niente. Dico spesso che le tappe di quest’anno sono differenti dai canoni delle edizioni passate, quando si andava sulle nostre bellissime montagne. C’è fermento, c’è curiosità e diverse comunità, che non hanno mai incrociato un evento simile, sono in fibrillazione. Faccio l’esempio di Trivignano: dal 1919 non veniva attraversata dal Giro d’Italia e si può immaginare quale sia lo stato d’animo di quella comunità e con quale entusiasmo attendano l’arrivo della carovana».

Parallelamente alla corsa, ogni paese attraversato dal Giro si sta preparando per ricevere la carovana...

«E tutto questo a prescindere dalla squadra di appartenenza e dalla nazionalità, E poi abbiamo rappresentanti di Vallimpiadi, ad esempio, da giorni dentro la carovana per promuovere il territorio, in un modo unico e super efficace.

C’è un grande fermento.

«Sono ventiquattro le comunità attraversate dalle due tappe. Credo proprio che quasi tutti, tranne quelli che sono toccati solo marginalmente, hanno già fatto e hanno in serbo di proporre iniziative al passaggio della corsa. Ci sono notizie di “notti rosa”, di feste in piazza, di addobbi e allestimenti particolari. Abbraccio idealmente tutti, nessuno escluso: è molto bello vedere che sono tutti coinvolti e che la corsa è così sentita».

Vista la mole di lavoro e l’impegno, tornando indietro, accetterebbe di nuovo l’incarico di project manager come erede del patron Enzo Cainero?

«Quando Enzo me l’ha proposto, l’ho accettato volentieri e lo sto portando avanti con determinazione. È chiaro che è un impegno gravoso, anche perché non ho ancora l’esperienza maturata sul campo da Enzo. Mi piace comunque pensare che, col tempo, le cose miglioreranno e nei prossimi anni farò meno fatica. Anche se la mia età avanza…».

Rcs ha chiesto qualcosa di specifico per le due tappe in Friuli?

«Con il direttore del Giro Mauro Vegni abbiamo un rapporto ormai di amicizia: lo frequento da anni, già quando ancora era Enzo Cainero il loro punto di riferimento. Con lui e con tutti i responsabili dei vari ambiti ho un rapporto diretto: li ringrazio e penso che tutto il Friuli intero debbano ringraziarli perché portano il nostro territorio in una vetrina globale, osservata da centinaia di milioni di persone nel mondo».

Il progetto Go2025 rappresenta un’opportunità o un onere?

«C’è un fiorire di iniziative in tutta la città e a Nova Gorica: questo mi fa molto piacere. È chiaro che quando ci sono queste ricorrenze si trova un pullulare di eventi che rischia di annacquare un po’ tutto. Da sindaco di Gemona, nel 2016, organizzai il quarantennale del terremoto e mi accorsi che in tanti cercavano di sfruttare la cosa con eventi di poco impatto. Forse, è meglio farne meno e molto più succose».

Un messaggio ai tifosi sulle strade del Giro?

«Le stupidaggini lasciamole agli altri. Seguiamo le regole, portiamo pazienza se, per qualche momento, il traffico andrà necessariamente in tilt e proviamo a goderci l’atmosfera unica del Giro d’Italia».

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