Omicidio di Gemona: c’è una confessione di Mailyn
I carabinieri la registrarono con il cellulare. Poi la giovane donna non ha più parlato. Sarebbero almeno due i tentativi di Lorena Venier di evitare che la nuora confessasse l'omicidio commesso insieme di Alessandro Venier

Mailyn Castro Monsalvo avrebbe reso confessione ai carabinieri, al loro arrivo alla villetta a Gemona, allertati dalla stessa donna, prima di chiudersi in un silenzio, espressione di una depressione già in atto, aggravata dall'omicidio commesso insieme con la suocera, Lorena Venier, del figlio di quest'ultima e suo compagno.
I carabinieri hanno cristallizzato anche le confessioni di Lorena in una registrazione audio (26 minuti e 10 secondi) con il cellulare, riversata poi su supporto informatico, e considerata dal gip, "pienamente utilizzabile". Emerge dai documenti relativi alle imputazioni delle due donne.
Sarebbero stati non uno, come si sapeva finora, ma almeno due i tentativi di Lorena Venier di evitare che la nuora, Mailyn Castro Monsalvo, confessasse l'omicidio commesso insieme di Alessandro Venier, rispettivamente figlio e compagno.
E' quanto risulta dagli atti di investigatori e inquirenti. Mailyn, già depressa e probabilmente schiacciata dal senso di colpa per l'omicidio, commesso forse con una determinazione meno solida della suocera (che nei giorni tra il delitto e la scoperta era anche tornata regolarmente al lavoro in ospedale), avrebbe per due volte, nella notte e la mattina del 31 luglio, chiesto l'intervento del 112.
E davanti ai carabinieri avrebbe infine trovato il coraggio di autodenunciarsi del delitto, in un momento in cui la suocera non poteva vederla. Lorena, sebbene in un'altra parte della villetta, capito che la nuora stava per confessare, l'avrebbe più volte chiamata per nome per condizionarla e farla desistere: "Mailyn ... Mailyn, ricordati quanto ti voglio bene", avrebbe urlato.
Mailyn, prima della telefonata del mattino in cui chiedeva soccorso richiamando i carabinieri, in nottata aveva già telefonato al 112. Ma in quel caso Lorena era riuscita a bloccarla e la giovane aveva detto al telefono di aver chiamato per presunti rumori sentiti nell'abitazione, convincendo poi gli operatori che si era trattato di un malinteso.
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