Spielberg, che film pazzesco quello di Thomas Anderson

(ANSA) - ROMA, 18 SET - "Oh mio Dio che film pazzesco! C'è più azione nella prima ora che in qualsiasi altro film. Tutto incredibile, è un miscuglio di cose bizzarre e importanti, una commedia assurda e seria, perché riflette in larga misura ciò che accade oggi negli Stati Uniti e lo fa fino al punto in cui ti viene voglia di ridere, perché se non lo fai allora cominci ad urlare: 'Tutto questo è troppo reale'". Il film di cui si parla è 'Una battaglia dopo l'altra' di Paul Thomas Anderson', in sala dal 25 settembre con Warner Bros, e a parlare non è un critico qualsiasi, ma Steven Spielberg in persona, subito dopo la sua proiezione alcuni giorni fa al DGA Theater di Hollywood. Insomma questo neo western non politicamente corretto è come non mai dentro l'America di oggi e potrebbe spingere l'Academy a far vincere finalmente il premio Oscar ad Anderson dopo ben undici candidature e film come 'Magnolia', 'Il petroliere' e 'Licorice Pizza'. Il film, incentrato su gruppi suprematisti bianchi, milizie rivoluzionarie ed estremismo politico, è in estrema sintesi una storia Antifa vs MAGA. Ispirata al romanzo 'Vineland' di Thomas Pynchon, ma ambientata ai giorni nostri, la storia ha come protagonista il simpatico 'fuori di testa' Bob Ferguson (DiCaprio), ex militante frikkettone di un gruppo di combattenti, French 75, bombaroli a difesa degli immigrati messicani, ormai troppo provato da una vita di abusi di tutti i tipi (su tutti la marijuana che ha lavorato ben bene nel rendere intermittente il suo cervello). Ora i capelli lunghi e la barba da figlio dei fiori invecchiato sono ormai andati in pensione e l'uomo vive in clandestinità insieme alla super tonica figlia Willa (Chase Infiniti), ma tutto cambia quando il colonnello dell'esercito suprematista bianco Steven J. Lockjaw (Sean Penn), in odor di diventare iniziato della setta ultra repubblicana i Pionieri del Natale, cattura la figlia Wella. Ad aiutare Bob nella ricerca della figlia saranno i suoi vecchi compagni di avventure politiche come Deandra (Regina Hall), e un Benicio Del Toro nei panni di Sergio, silenzioso Sensei di arti marziali pieno di controllo anche in mezzo alla più frenetica delle battaglie. Da qui - in questo film dove la protagonista è l'America di Pynchon lontana dal sogno americano, quella di un Paese dissolto nel caos -, un'ulteriore accelerazione del ritmo perché tutto improvvisamente passa al deserto e a una sua strada piena di dossi dove tutto succede con la colonna sonora di Johnny Greenwood dei Radiohead. Il destino di "One Battle After Another" agli Oscar? Potrebbe galvanizzare l'Academy, ma anche per i temi scelti dividerla, quello che è certo è che l'immensa recitazione di Di Caprio potrebbe mettere tutti d'accordo. Infine, il titolo 'Una Battaglia dopo l'Altra' (One Battle After Another) è un riferimento a una frase pronunciata da Angela Davis, attivista e icona dei diritti civili, che parlava della necessità di lottare continuamente contro l'oppressione: "Non ci sarà mai una battaglia finale. È sempre una battaglia dopo l'altra." (ANSA).
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