Vittorio Sgarbi premia Farinetti, Portoghesi e lo scrittore Giuseppe Sgarbi

Premio Cavallini. Con la consueta originalità il critico mattatore ha scelto la terna. L’inventore di Eataly, il grande architetto e il padre intellettuale

PORDENONE. Un imprenditore, un architetto molto attento all’ambiente, e un farmacista che a 93 anni ha pubblicato il suo primo libro. Saranno Oscar Farinetti, Paolo Portoghesi e Giuseppe Sgarbi i protagonisti della ventesima edizione del premio Bruno Cavallini, consegnato sabato 29 alle 17.30 al convento di San Francesco a Pordenone.

In questa edizione Sgarbi ha voluto omaggiare anche suo padre, sempre presente alla cerimonia insieme alla moglie Rina scomparsa lo scorso anno.

Il premio è nato nel 1996 a Barcis, voluto da Vittorio Sgarbi in ricordo dello zio Bruno Cavallini, nato nel 1920, docente di storia dell’arte, poi di italiano e latino e preside a Ferrara e a Milano, dove morì il primo aprile del 1984.

Il premio è organizzato dal comitato presieduto da Maurizio Salvador ed è sostenuto dai Comuni di Barcis, Pordenone e dalla Regione.

È unico per le modalità di scelta dei vincitori: «La giuria - suole ripetere Sgarbi - è composta un numero dispari inferiore a tre. Cioè io solo».

Anima della iniziativa è anche la sorella Elisabetta, ex direttrice Bompiani e oggi alla guida della Nave di Teseo.

Diverse negli anni anche le categorie premiate: dalla poesia alla saggistica, dalla musica alla narrativa e alla cultura vera e propria.

Quest’anno la scelta è caduta su tre figure che rappresentano tre diversi ambiti culturali.

Classe 1954, nato ad Alba, Oscar Farinetti è un imprenditore attivo in quella che possiamo definire la cultura enogastronomica. È il creatore di Eataly, primo supermercato dedicato alla alta qualità italiana con 9 filiali in Italia e diverse all’estero.

Entro il 2017 Eataly si quoterà in borsa e tra i suoi progetti futuri c’è “Fico” il parco alimentare che sorgerà su una superficie di 80 mila metri quadrati con Centergross di Bologna.

Nel 2018 aprirà in Giappone uno spazio di oltre mille metri quadrati che promette di essere il tempo del “Made in Italy” alimentare in Asia.

Ha collaborato in attività di ricerca con diverse università e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui lauree ad honorem.

Il suo ultimo libro è “Mangiare con il pane”.

Paolo Portoghesi, classe 1931, è il battagliero sostenitore di una architettura radicata che interpreti la tradizione non come un trasferimento di abitudini acquisite, ma come stimolo alla innovazione e alla continuità.

La sua opera più nota è la Moschea di Roma, ma nel suo curriculum ci sono anche il teatro Politeama a Catanzaro, il Quartiere latino a Treviso, il Quartiere Rinascimento a Roma, la Moschea di Strasburgo, i laboratori della Città della Speranza a Padova.

In provincia di Pordenone ha progettato il Campus del Cro, recentemente inaugurato.

Insegna geoarchitettura all’Università La Sapienza di Roma, e ha ricevuto numerosi riconoscimenti e lauree ad honorem. Diversi anche i suoi libri. Direttore di storiche riviste di architettura come Controspazio ed Eupalino oggi dirige Abitare la terra.

Giuseppe Sgarbi è il padre di Vittorio ed Elisabetta, ma anche la dimostrazione che anche ad una età avanzata la vita riserva sorprese. Nel suo caso, dopo una vita trascorsa in farmacia, dedicarsi alla scrittura: con Skira ha pubblicato il suo romanzo d’esordio “Lungo l’argine del tempo.

Memorie di un farmacista” uscito nel 2014, vincitore del Bancarella Opera Prima e del Premio Internazionale Martoglio. Nel 2915 è stato pubblicato “Non chiedere cosa sarà il futuro” e di prossima pubblicazione “Lei mi parla ancora”.

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