Vicino/lontano, la presidente Paola Colombo: «La montagna merita più attenzioni»

Martina Delpiccolo

Una rassegna in ascolto della montagna, del territorio, delle sue storie e della sua Storia, ma anche del suo futuro. È questo il cuore del progetto “vicino/lontano mont”, che ha iniziato a percorrere i sentieri delle valli friulane il 10 luglio, trovando ospitalità per incontri culturali in scorci suggestivi fino alla giornata conclusiva del prossimo 4 settembre.

Grande riscontro per la seconda edizione, curata da Claudio Pellizzari, ma anche grandi valori nell’approccio e nell’ideazione, come ci racconta Paola Colombo, presidente di vicino/lontano e curatrice insieme a Franca Rigoni e Àlen Loreti del festival che si svolge a Udine.

Come ha origine questa rassegna, che aggiunge una parola friulana al nome del festival?

«Vicino/lontano mont nasce l’anno scorso da un’idea coltivata da anni. Portare il festival e la sua ottica in un’area che merita attenzione. “Mont” in friulano è monte ma anche mondo.

Richiama perfettamente lo spirito del festival che guarda lontano per capire ciò che ci è vicino e viceversa, cercando di comprendere ciò che ci sta attorno per estendere lo sguardo oltre. È un po’ come usare il cannocchiale da entrambe le estremità, anche a rovescio».

Che montagna raccontate e come vi relazionate con il territorio?

«Siamo partiti dalla consapevolezza che la zona montana meriti attenzione sul suo destino, con più lungimiranza possibile e senza indulgere nella nostalgia.

Gli eventi sono stati creati in collaborazione con chi da tempo lavora sui temi della montagna, con l’intento di costruire un percorso comune senza presunzioni, ma mettendo in sinergia le realtà su problematiche o bellezze del territorio, per favorirne la valorizzazione. Tra i luoghi riscoperti in questo senso, ad esempio, il piccolo santuario sopra Raveo».

Che riscontro ha ottenuto la seconda edizione?

«È una rassegna appena nata, dunque necessita di tempo per essere consolidata, anche per la sua complessità di festival itinerante che cambia sede ogni giorno. Come ha sottolineato Franceschino Barazzutti in uno degli incontri, “c’è bisogno della partecipazione locale”.

Non solo dei turisti, ma anche di chi abita la montagna, la cui presenza attiva è fondamentale, sia negli aspetti operativi, sia nelle discussioni e nell’ascolto. Vicino/lontano mont non sarebbe stato possibile senza il pazientissimo lavoro di tessitura del curatore, già da tempo “dentro” le relazioni della montagna, Claudio Pellizzari. Tra gli appuntamenti significativi, lo spazio dato alle quattro azioni drammaturgiche carniche di Carlo Tolazzi».

C’è anche l’inclusione tra i valori della rassegna, vero?

«Sì, negli ultimi due anni, sia nell’ambito del festival a Udine che nella rassegna in montagna, siamo stati accompagnati dai ragazzi seguiti dalla cooperativa sociale Itaca con i suoi operatori».

Quali gli eventi di oggi?

A Ovaro (Centro Ambientale Aplis, alle 14.30) si parlerà di Vaia e di riscaldamento climatico, fenomeno locale e insieme globale. E poi, alle 21, concerto in piazza a Prato Carnico con Marcello Cunsolo e Hybrida».

Un’anticipazione sulla prossima edizione del festival che si svolgerà a Udine?

«Proseguiremo nel solco tracciato, valorizzando le iniziative delle nuove generazioni: continuando a ospitare il progetto legalità che riguarda Udine, ma anche il concorso scuola Tiziano Terzani che è allargato a tutta la regione ed è rivolto ai giovani, come ci invitava a fare proprio Terzani».

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