I 35 anni dei Trigeminus: «Affrontiamo temi seri cercando di regalare una risata»
Mara e Sergio Bergamasco il primo gennaio a Cividale: «Nello spettacolo parleremo con ironia di sicurezza sul lavoro»

Duo comico nato e cresciuto in Friuli, i Trigeminus saranno in scena il primo gennaio alle 17 a Cividale al teatro A. Ristori per festeggiare 35 anni di attività. A Mara Bergamasco, che con il fratello Bruno forma la coppia Trigeminus, chiediamo di anticiparci il senso di una serata che apre il 2026.
«Sarà un evento all'insegna del grande divertimento e, insieme, di ringraziamento al pubblico per il sostegno, l'affetto e la simpatia loro dimostrata costantemente lungo tutti questi anni. Sono 12 anni che andiamo a Cividale il primo dell’anno. La gente ci aspetta. Il nostro è un pubblico che vuole cominciare l’anno sorridendo, ci sono affezionati. Però il 2026 è un anno particolare perché cominciamo i festeggiamenti per i nostri 35 anni di attività teatrale e quindi da lì cominciamo per finire a dicembre 26. La nascita del duo avvenne a dicembre quando anch’io ho cominciato a fare teatro.
In scena al Ristori portate il vostro repertorio o qualcosa di speciale?
«Portiamo lo spettacolo Sos, a cui è abbinato 626, lo sketch comico che racconta, con ironia e realismo, l’incontro tra un artigiano friulano vecchio stampo, Pietro Toccais, e una rigida ispettrice della sicurezza sul lavoro. Siccome lo spettacolo 626 sulla sicurezza sul lavoro compie 25 anni abbiamo pensato che l’atto unico che ci ha fatto conoscere e lavorare di più dovesse entrare "di diritto" nello spettacolo del 1° gennaio 26 e quindi rappresenteremo Sos che comprende Alcol Velox (sicurezza in auto) e Casa Shock (sicurezza in casa). Lo spettacolo, rielaborato per l'occasione, unirà i tre momenti in una storia unica, divertentissima che racchiude in sé lo slogan “ridiamoci sopra ma pensiamoci su!».
Come è iniziata la vostra storia teatrale?
«Nel 1991 dopo l'esperienza maturata all'interno della Compagnia Filodrammatica di Manzano nata nel 1975 all’interno di un gruppo parrocchiale. Qui abbiamo avuto la fortuna di incontrare Lauro Moja, regista che ci ha trasmesso la passione per il palcoscenico e ci ha insegnato le basi della recitazione. Con lui abbiamo sviluppato un nuovo genere, il cabaret friulano, che non esisteva prima e che ancora oggi ci caratterizza. Nel 2005, con la nascita di Ambaradam, la nostra compagnia teatrale, abbiamo fatto della comicità la nostra professione. Da allora, portiamo in scena spettacoli che raccontano “pezzi di vita vera” in giro per l’Italia».
Guardando il vostro repertorio siete specializzati in più filoni.
«Abbiamo cominciato con il cabaret. Ora agiamo su tre fronti: gli sketch di vita quotidiana, banca, Posta, tutto quello che si vive normalmente. Poi abbiamo le commedie e infine quello sulla sicurezza. Con il successo dello spettacolo 626, hanno cominciato a chiederci: perché non fate anche la sicurezza in casa, perché non tratti anche la sicurezza al volante, perché non la prevenzione sul tumore al seno, puoi fare la violenza sulle donne? Il genere con cui sviluppiamo il tema è sempre comico però tutti i nostri spettacoli approfondiscono, pur facendo ridere, dei temi molto seri. Ad esempio, per la prevenzione delle malattie cardiache abbiamo creato uno spettacolo con il dottor Tuniz, cardiologo».
Friulano o italiano?
«Grazie all’affetto del pubblico friulano, la nostra comicità ha raggiunto teatri e rassegne anche fuori regione, ottenendo numerosi riconoscimenti. Tra questi, il prestigioso Moret d’Aur, assegnato per il nostro contributo alla cultura friulana. Il successo di spettacoli come Beato fra le gonne ha consolidato la nostra presenza in altre regioni italiane e persino all’estero, dimostrando che la comicità friulana può far ridere e coinvolgere chiunque, anche al di fuori del Friuli. In novembre siamo stati a Viterbo, Riccione, Monza e abbiamo recitato in italiano».
Che rapporto ha con Bruno?
«Essere fratello e sorella è la nostra forza: condividiamo una complicità naturale che rende il nostro stile riconoscibile e apprezzato per la sua capacità di fondere umorismo e profondità. Non abbiamo mai litigato».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto







