Sculture in braida tra frutteti e filari L’arte del Novecento sul Natisone

Il nuovo ambizioso progetto avviato da Copetti antiquari a Leproso  Una ventina le creazioni disseminate nel podere annesso alla casa colonica

isabella reale

Chi si affaccia nella spaziosa sede di Copetti antiquari, nel cuore di Udine, o nei loro stand nelle principali fiere europee dell’arte, sa di trovare un pezzo di scultura fuori dal comune, anche se non sempre sa che alcune delle opere transitate tra le loro mani ora è esposta in musei e collezioni di prestigio internazionale, come il “Crocefisso” ligneo del Moranzone oggi esposto alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Una passione e una competenza per la scultura partita dall’antico e che sempre di più si allarga al contemporaneo, puntando sul pezzo unico, sulla fusione e la patina di eccellenza, ma che soprattutto non si ferma di fronte all’opera monumentale, anzi, come nel caso del grande cardinale di Manzù che dall’alto dei suoi 3.50 metri accoglieva i visitatori ad Arte Fiera di Bologna 2017, dove anche quest’anno il loro ampio stand ha attirato l’attenzione ospitando il dialogo tra i totem di Mirko Basaldella e le avvolgenti maglie in corten composte da Dušan Džamonja, tra cui IDN, capolavoro dello scultore croato del peso di 15 quintali.

E in questo anno particolarmente intenso per Copetti Antiquari ha preso corpo un ulteriore ambizioso progetto e la conquista di un nuovo e ancora più aperto spazio per la loro passione, avendo dato negli ultimi anni forma a un altro “luogo” ideale per esporre la grande scultura italiana e soprattutto mitteleuropea: a Leproso, lungo il serpeggiante Natisone, presso casa Copetti a Premariacco, ovvero un parco-orto-giardino sullo sfondo delle colline del Friuli orientale, dove alberi da frutto e ordinati filari di viti dialogheranno con l’arte in una dimensione estetica e serenamente quotidiana, di ritrovata armonia. Numi tutelari della “braida”, come loro la chiamano, oltre a Mirko, qui documentato da più opere tra cui una “Stele” esposta alla Biennale di Venezia del 1960, Manzù con il “Ritratto di Inge” e “Ragazza in poltrona”, Mascherini con opere quali “Tragedia in miniera” (1962), e “Džamonja” con le sue opere di dimensione architettonica. A queste si affiancano i levigati bronzi tra cui “Tartaruga” di Novello Finotti, le opere dei friulani Ceschia, con i suoi “Dischi e totem”, le strutture in rete metallica di Zavagno, e inoltre opere di Brugnera e Gianpietro Carlesso, scultore bolzanino ma da tempo attivo a Cormons. Una ventina di sculture che si dispongono in una serie di stanze e spazi arborei appositamente disegnati, a comporre un museo all’aperto con tanto di archivio e centro studi dedicato.

Orario di visita: ogni venerdì (17.30-20.30) e sabato (10-13 e 17.30-20.30) e per concordare una visita basta telefonare al 335 8096532 e al 392 5598729. —



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