Quando la musica è una bandiera: i Tazenda si raccontano sul palco
Il gruppo sardo sarà il 14 giugno a Tolmezzo e il 27 giugno a Romans d’Isonzo. «L’obiettivo è far conoscere una parte del nostro carattere»

La formazione sarda più longeva e amata, i Tazenda, arriva in Friuli per due date: la prima, patrocinata da Folkest e organizzata dal Circolo dei Sardi Alto Friuli nell’ambito del Festival “Vie dei Libri”, sabato 14 giugno alle 22 in Piazza XX Settembre a Tolmezzo, con lo spettacolo “A piedi nudi”; apre alle 21.45 “Biancoscuro Live” (Doro Gjat & Dee Jay Park).
La seconda, è in programma per il 27 giugno alle 20.45 in piazza G. Candussi a Romans d’Isonzo, “S’istoria infinida”, inserita nel programma di Folkest, anticipata dall’incontro alle 18, alla Corte dell’Osteria Al Leon D’Oro di via Latina 36, con l’autore e critico Felice Liperi che assieme ad Andrea Del Favero, direttore artistico di Folkest, racconterà il suo “La canzone italiana” uscito per Treccani.
Sul palco di entrambi i concerti saliranno i due componenti storici, co-fondatori dei Tazenda nel 1988, il tastierista Gigi Camedda e il chitarrista Gino Marielli con Serena Carta Mantilla alla voce.
Marielli, siete freschi di un cambio di formazione, come sta andando l’innesto della nuova cantante?
«In Sardegna siamo una bandiera, i cambiamenti possono essere ostici da accettare per il pubblico, ci vuole un po’ di tempo, ma sta andando molto bene. Serena non è una cantante folk, è molto moderna, con grande esperienza e tecnica, ha studiato jazz, musica brasiliana, ama la world music, non disdegna il pop».
Sarete ospiti del Folkest, non è la prima volta vero?
«Abbiamo già suonato per loro tanti anni fa, ci lega un bel rapporto, anche perché quando c’è il premio Parodi a Cagliari (dedicato al nostro primo cantante Andrea - il figlio Luca è oggi il nostro manager) facciamo amicizia con organizzatori o giornalisti e Folkest è sempre presente».
Sabato a Tolmezzo portate “A piedi nudi”. Che spettacolo è?
«Prende il titolo da un nuovo singolo, che è pronto ma non ancora uscito. Significa libero, nudo, senza protezione (in positivo): quando uscirà capirete meglio. Sarà un’ora di concerto in cui cantiamo tutte le canzoni più adatte a piano, chitarra e voci senza sequenze, trucchi o marchingegni del pop (che riserviamo ad altri contesti): questo per essere immediati nei confronti del pubblico. Raccontiamo qualcosa seguendo un canovaccio ma ci piace poi improvvisare. L’obiettivo è far conoscere una parte del nostro carattere, se viene fuori un po’ di simpatia non guasta o anche di profondità, spiritualità: emerge qualche angolo misterioso che non possiamo mostrare in tv o negli spettacoli più pirotecnici».
La scaletta?
«Peschiamo da venti album che contengono almeno 120 canzoni… Non possiamo non fare “Spunta la luna dal monte” o “Pitzinnos in sa gherra”».
E invece il 27 giugno cosa proporrete a Romans?
«”S’istoria infinida” ovvero “La storia infinita”, si tratta di un film bellissimo e simbolico, ormai siamo nella categoria “legend”, essendo insieme dagli anni Settanta e con i Tazenda dall’88. Dopo un po’ non si invecchia, si acquisisce prestigio, storia. Il giornalista e critico Liperi ci introdurrà, ci sarà un dialogo e poi il concerto, sempre in trio».
State pensando di dare un seguito all’ultimo album “Antìstasis” del 2021?
«Stiamo scrivendo parecchio, ma fare un disco è un grande sforzo che rischia di perdersi in un mare fuori controllo, preferiamo ragionare più a singoli, che potrebbero essere raccolti magari in un secondo tempo all’interno di un album».
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