“Piccolo uovo” il cartone animato di Altan che racconta i mille modi di essere famiglia

il progetto
mario braNDOLIN
“È una piccola favoletta che narra di un ovetto alla ricerca di una famiglia.” Così Altan a proposito del suo “Piccolo uovo”, un libro illustrato del 2012 che racconta la storia di un uovo che prima di nascere vuole sapere che cosa è una famiglia, appunto. “E ne incontra tante lungo il suo cammino. Ne trova di tutti i tipi, tutte rispettabili allo stesso modo, tutte degne di rappresentare un mondo meraviglioso in cui crescere. Come dire, non c’è una famiglia che sia meglio di un’altra a priori: l’unica cosa importante è che ci sia amore tra i suoi componenti”.
Facile, logico, semplice, normale, no? E invece no! Tanto che il libro, tenacemente voluto dall’autrice dei testi, Francesca Pardi assieme alla compagna Maria Silvia Fiengo, madri di 4 figli, fu osteggiato, quando non apertamente boicottato da molte amministrazioni comunali, in quanto accusato di “propagandare l’ideologia gender”. Come a Venezia, dove il libro fu messo all’indice con tanto di circolare dei dirigenti scolastici, oppure come a Todi, dove il sindaco impose che fosse tolto dagli scaffali della biblioteca per i più piccoli.
Ma cosa racconta di tanto scandaloso il “Piccolo uovo”? Nel dettaglio: di una famiglia con mamma e papà coniglio con i loro quattro piccoli, due mamme gatte con i loro gattini, un ippopotamo single con il suo figliolo, due pinguini con i loro cuccioli, e altre, di genitori affidatari e adottivi, tutte diverse e speciali. Tanto bastò perché si scatenassero rigurgiti di pericoloso e intollerante conservatorismo in un Paese come il nostro, e non c’era e non c’è da stupirsi, dove assai accesa era ed é la discussione sulla genitorialità, soprattutto quella omogenitoriale, e dove una legge sulle unioni civili che riconosca le coppie di fatto, comprese quelle dello stesso sesso, ha impiegato anni e anni prima di passare il vaglio del Parlamento. Legge su cui oggi con il nuovo governo si tenta di rimettere pesantemente mano.
E non poteva che reagire così un Paese che ritiene “pericoloso”, disdicevole e diseducativo parlare ai più piccoli della situazione, molto diffusa peraltro, di famiglie diverse da quelle che vengono definite normali. Ché questo era ed è l’intendimento della “favoletta” di Altan: far capire ai bambini, cioè, i mille modi di essere famiglia, per prevenire forme ancestrali di pregiudizi e, perché no?, il bullismo omofonico tra i banchi di scuola.
Ma nonostante le molte polemiche e prese di posizione oscurantiste il libro ha avuto successo, ha vinto il Premio Anderson 2012, è stato finalista a “Nati per Leggere” ed é giunto alla quinta edizione.
Ora il libro di Altan è diventato un cartone animato, con la voce di Lella Costa. Ed è significativo il fatto che il cartone animato, prodotto da Gertie, è nato grazie alla generosità di due socie dell'associazione Famiglie Arcobaleno, Daniela D’Anna e Maria Celeste Rizzo che, su idea della loro figlia Vittoria, hanno chiesto come regalo per la loro unione civile un contributo alla produzione del cartoon.
«Il libro e il cartoon – ha dichiarato a Repubblica Francesca Pardi – si rivolgono ai bambini dai 3 ai 6 anni. Stiamo cercando di realizzare una serie di cartoni animati simili, con temi, come la disabilità, non solo legati alle famiglie omogenitoriali».
La proiezione del cartoon “Piccolo uovo”, sarà prossimamente al centro di un evento dedicato al tema organizzato dal Cec di Udine. —
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