Pasolini e il calcetto a Centocelle: «Giorni felici»

Da oggi al Centro di Casarsa una rassegna di cinquanta fotografie di Federico Garolla
Roma, 1960. Lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini gioca a calcio con i ragazzi della borgata romana di Centocellle.
Roma, 1960. Lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini gioca a calcio con i ragazzi della borgata romana di Centocellle.

Ci sono anche le foto di quando, in giacca e cravatta, Pier Paolo Pasolini giocava a calcio con i ragazzi a Centocelle. «Poi vennero due o tre con una palla, e gli altri buttarono le cartelle sopra un montarozzetto, e corsero dietro la scuola, nella spianata che era la piazza centrale della borgata». E poi gli scatti dei sopralluoghi nella borgata del Quarticciolo, un’altra meta solita, per il poeta, fra quelle che Nico Naldini definisce “le periferie più affamate”. È l’estate del 1960 e Pasolini si sta preparando all’imminente passaggio dietro la macchina da presa (di lì a poco girerà Accattone, il suo primo film). «Ho così passato, credo – scriverà - i più bei giorni della mia vita. Le facce, i corpi, le strade, le piazze, i mucchi di baracche, i frammenti di palazzoni, le pareti nere dei grattacieli spaccati, il fango, le siepi, i prati delle periferie sparsi di mattoni e di immondizia: ogni cosa si presentava in una luce fresca, nuova, inebriante, aveva un aspetto assoluto e paradisiaco». E, ancora, le immagini degli incontri con Moravia, Calvino e gli altri amici scrittori nel consueto ritrovo serale al caffè Rosati in Piazza del Popolo. Ma ci sono soprattutto le splendide fotografie realizzate nell’appartamento di via Carini 45, nel quartiere di Monteverde, dove Pasolini e la madre Susanna Colussi si erano trasferiti nel giugno del 1959. Frammenti visivi che conducono, emozionando e commuovendo, nel legame affettivo e nella complicità quotidiana fra la madre e il figlio poeta, autore di quei versi strazianti («Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia») di Supplica a mia madre da cui sono tratte le parole scelte per il titolo della mostra, “Con parole di figlio - Pasolini e Roma nelle fotografie di Federico Garolla” che s’inaugura oggi nel Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, dove rimarrà aperta fino al 15 luglio. L’attività espositiva del Centro di Casarsa prosegue dunque con questa ricca selezione di cinquanta immagini – esposte per la prima volta - di Pasolini scattate a Roma fra il 1959 e il 1960 dal fotogiornalista Federico Garolla. Le fotografie, che entreranno a far parte dell’archivio fotografico del Centro Studi, documentano dunque vari momenti della vita romana dello scrittore.

Federico Garolla (Napoli, 1925 - Milano, 2012) aveva vent’anni quando collaborava con Il Mattino e Domani d’Italia, un fra i maggiori quotidiani della sua città natale. Fu chiamato a Milano da Arrigo Benedetti: il soggiorno lombardo segnò il suo passaggio al fotogiornalismo: realizzò centinaia di reportage per prestigiose testate italiane, da L’Europeo a Tempo illustrato e straniere – da Paris Match a National Geographic e Die Stern. Successivamente inviato speciale per Epoca e Le Ore, nel 1956 fondò e diresse la rivista Foto Italia. Contemporaneamente colse la vita culturale italiana in una serie di “fotografie racconto” che ritraggono pittori, scrittori, musicisti, attori e attrici di cinema e teatro, ma anche la gente comune che sta attraversando gli anni del dopoguerra, con un occhio sempre attento alle tematiche a sfondo sociale. Attualmente è la figlia Isabella – che sarà presente oggi all’inaugurazione - a gestire l’Archivio Federico Garolla.

La mostra sarà inaugurata alle 18 dalla sindaca di Casarsa Lavinia Clarotto e dell'assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti.

Oltre al fotografo Uliano Lucas e a Isabella Garolla, sarà presente anche lo scrittore Nico Naldini.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto